Recensione di “Le Nuove Eroidi”

Se vuoi comprare il libro per supportare il mio lavoro ecco il link di affiliazione per AMAZON:

Autore: Ilaria Bernardini, Caterina Bonvicini, Teresa Ciabatti, Antonella Lattanzi, Michela Murgia, Valeria Parrella, Veronica Raimo, Chiara Valerio

Casa editrice: HarperCollins Italia

Anno di pubblicazione: 2019

Genere: Narrativa

Trama: Poco più di duemila anni fa Ovidio scrisse una raccolta di lettere poetiche straordinariamente moderna e originale: le “Eroidi”, una serie di epistole in versi in cui le eroine del mito si rivolgevano ai loro (generalmente non irreprensibili) mariti e compagni, rovesciando il tradizionale punto di vista maschile sulle storie raccontate. Oggi otto tra le più importanti scrittrici nate negli anni Settanta reinterpretano il classico di Ovidio con assoluta libertà, giocando in modo innovativo e appassionante con i miti originali. Così Antonella Lattanzi ci fa assistere al processo in cui è coinvolta Fedra, incontriamo una nuova Medea in Maremma raccontata da Teresa Ciabatti, partecipiamo del dramma di Ero e Leandro, in fuga dal loro paese su un barcone nel Mediterraneo, nelle parole di Ilaria Bernardini. E ancora Veronica Raimo ci mostra Laodamia impegnata in una chat erotica con il fantasma di Protesilao, Caterina Bonvicini ci fa conoscere una Penelope che si è imbarcata per mare e salva rifugiati mentre Ulisse la attende a Itaca, Chiara Valerio torna all’epoca del mito e reinventa il dramma di Deianira, fornendo una spiegazione nuova agli eventi che provocarono la follia di Ercole. Valeria Parrella, invece, sposa il punto di vista di Didone, in una lunga e crudele invettiva contro il pavido Enea, colpevole contro le leggi dell’amore. Michela Murgia, infine, dà voce a Elena, perché “quando bellezza e guerra diventano sinonimi, non c’è più differenza tra ammirare e prendere di mira”. Un libro che parte dall’attualità del mito e mette al centro la prospettiva femminile, con una breve collezione di storie intense e universali, sospese tra modernità ed eternità.

Recensione: Quando si ha a che fare con i miti classici, si deve fare attenzione perché si rischia durante la rivisitazione, di perdere il senso del mito stesso e denudarlo di tutti quei significati che esso comporta. In questo caso tutto ciò non è successo, anzi ai miei occhi gli otto racconti hanno acquistato valore. Innanzitutto più che racconti, abbiamo davanti 8 lettere di otto donne diverse che scrivono perlopiù a uomini e che tra le righe narrano quello che è il loro rapporto con l’altro sesso. Abbiamo mogli, figlie, amiche, amanti. Ognuna di queste donne attraverso le parole delle lettere, destruttura l’idea di uomo predominante ai giorni nostri e ci restituisce un qualcosa di più reale, meno stereotipato e sopratutto incline all’errore. Ecco che la donna compie scelte, commette errori, pone fine a relazioni, si allontana. Il tutto però fatto coscientemente, volontariamente e non per conseguenza di chissà quale destino già deciso. Le donne descritte dalle nostre otto autrici sono donne forti ognuna a modo loro. Prendono i loro sentimenti e le loro fragilità e ne fanno strumenti di decisione e di volontà, nel bene e nel male, nell’amore e nel dolore. Le autrici manipolano e rimodellano ogni mito in modo originale pur tuttavia non perdendo l’idea di fondo. Otto stili diversi narrativi, ognuno però particolare ed accattivante nel suo genere. Sicuramente alcuni più provocatori, altri invece più poetici. Devo dire che io sono di parte; sia perché mia conterranea, sia perché ho amato altri suoi lavori, apprezzo davvero molto la scrittura della Murgia. Nel suo racconto, quello dedicato alla figura di Elena, non mi ha deluso affatto. Prendendo per esempio questo mito, Elena per me è sempre stata una figura criptica in quanto oggetto di descrizioni altrui e poco rappresentata nel suo pensiero e nei suoi sentimenti. Ecco che la Murgia stravolge questo modo di rappresentarla e le dona finalmente pensiero ed emozioni, con una scrittura soave, ricercata e melodica che solo la Murgia riesce ad avere. Amo i miti greci; amo ancora di più le rivisitazioni in chiave moderna. Nei miei studi ciò che più mi è rimasto impresso è come ogni mito sia la rappresentazione di uno stato mentale o di un’emozione dell’uomo, personificata ( o idealizzata a seconda del personaggio) e usata per spiegare il funzionamento del cervello e dell’animo umano. Proprio per questo motivo si prestano ancora oggi molto bene alla spiegazione di come l’uomo, e in questo caso la Donna, pensi, senta e agisca.

0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.