Recensione di Kill Creek

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Autore: Scott Thomas

Casa editrice: Rizzoli

Anno di pubblicazione: 2019

Genere: Horror

Trama: In fondo a una strada sterrata, mezzo dimenticata nel cuore del Kansas, sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l’ora di incontrare i suoi nuovi ospiti. Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. L’entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.

Recensione: Fin da quando sono bambina “mastico” horror sopratutto cinematografici perché nella mia famiglia c’è una grande passione per il genere. I migliori film paurosi li ho visti insieme a mia madre e ancora oggi con mia sorella ci aggiorniamo sulle ultime uscite o sui libri più interessanti del momento. Per cui quando ho letto la trama di questo libro, ho pensato subito fosse il libro adatto per me. Kill Creek mi è piaciuto però non ha suscitato in me l’effetto sperato e credo questo sia dovuto alla mia troppa assuefazione. Ma entriamo nel dettaglio. Innanzitutto credo si noti che il libro è stato scritto da un autore che per mestiere si occupa anche di sceneggiature per serie tv americane. L’impostazione è quella tipicamente cinematografica. Questa storia ce la vederei bene sul grande schermo, come un ottimo film di terrore del genere che adesso va tanto di moda. L’autore ha una stile di scrittura molto fluido, lineare; ogni cosa scritta va al suo posto, niente è fuori binario e tutto ha un senso. Questo aspetto, se da una parte mi ha fatto apprezzare la sua scrittura, dall’altra mi ha reso un po’ scontati tanti avvenimenti. I personaggi sono comunque ben caratterizzati perché hanno un vissuto e un emotivo capaci di definire i loro tratti psicologici; sicuramente ho apprezzato molto Moore proprio per il suo anticonformismo protettivo e per tutti i suoi meccanismi di difesa che la portano a risultare cinica e senza scrupoli. Parlando del World Building, Scott ha scelto di vincere facile. Ditemi la persona che non apprezza come scenario per un libro horror, una casa vecchia di molti anni, con un trascorso burrascoso e con una storia di fantasmi alle spalle? Condite il tutto con parapsicologi e scrittori del genere e il mix inquietante è pronto. La casa di Kill Creek fa la sua figura. È praticamente perfetta, ogni cigolio, ogni spiffero e ogni scricchiolio creano la suspense giusta e arricchiscono gli avvenimenti di quella pelle d’oca necessaria ai fini della storia. Il problema è che forse ne leggo e ne guardo troppi. Per cui ormai ho un grado di tolleranza troppo alto e certe storie le trovo piacevoli ma non troppo paurose. Sicuramente nella parte finale del libro, mi ha coinvolto maggiormente proprio perché il tutto si manifesta e iniziano alcune scene cruente, dove l’azione si fa più accesa. Il finale per me era un po’ scontato. L’avevo capito ma semplicemente perché racchiude in sé i tipici finali delle storie paurose dedicate ai fantasmi e alle possessioni. Ho trovato molto convincente invece la storia d’amore turbolenta del passato che ha dato il via al tutto e un aspetto molto interessante, emerso a circa metà libro: la paura in realtà nasce nel momento in cui c’è qualcuno che la prova, altrimenti diventa fine a sé stessa. Per far sì che Kill Creek diventasse una vera casa infestata, le persone dovevano crederci, alimentando così il potere della casa stessa. l’ho trovato un ottimo modo per dare un aspetto veritiero a ciò che vero non è (perlomeno per me) come l’infestazione di una casa. Nel complesso, è stata una vera piacevole lettura. Ora attendo una possibile trasposizione cinematografica che, se verrà fatta, andrò sicuramente a vedere.

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