Recensione di “La cerchia d’oro. Scholomance (Vol. 3)”

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Autore: Naomi Novik

Casa editrice: Mondadori

Anno di pubblicazione: 2023

Genere: Fantasy

Trama: Non ero più alla Scholomance. Avevo liberato gli studenti e imprigionato tutti i nefasti al posto nostro, dopodiché avevo separato la scuola dal mondo con quei mostri famelici stipati dentro, destinandoli a un eterno sgranocchiarsi reciproco. Ora, quindi, potevo dormire senza pensieri, fare qualsiasi cosa e andare in qualsiasi luogo volessi. Ed era lo stesso per chiunque altro, dall’ultimo ragazzino che avevo guidato fuori dalla Scholomance a tutti quelli che non avrebbero mai dovuto frequentarla. Fatta eccezione per Orion, scomparso nell’oscurità. Fuggire dalla Scholomance sembrava un sogno impossibile, invece, in qualche modo, si è avverato per El e i suoi compagni di classe, anche se alla ragazza è costato molto caro. Oltretutto il mondo non è affatto diventato un posto sicuro per tutti i maghi, anzi. La pace e l’armonia sono ancora un traguardo lontano per le cerchie di ogni Paese. Perché qualcuno ha raccolto il progetto di distruggerle una volta per tutte e lo sta portando avanti con fermezza. A questo punto, dopo tanta fatica fatta per uscirne, l’unica soluzione per El sembra proprio tornare indietro, trovare un modo cioè per rientrarci, alla Scholomance.

Recensione: Cominciamo questa mia recensione del terzo volume di Scholomance col botto e partiamo subito col dire che, nonostante io abbia apprezzato il finale, il libro per me non merita il massimo dei voti e non ha soddisfatto appieno le mie aspettative. Dopo aver gettato così la patata bollente, proverò ad esporre quali sono stati i motivi che non mi hanno convinto del tutto; ovviamente dovrò parlarvene in generale, senza fare nessun tipo di spoiler, soprattutto per chi non ha ancora letto anche gli altri due precedenti volumi.

Una caratteristica che avevo apprezzato molto nel primo libro era stata la cura con cui l’autrice aveva descritto la scuola e tutta la meccanica e la metafora che stavano dietro al mondo magico. Avendo creato un’ambientazione così particolare e così unica nel suo genere (vi ricordo che avevamo a che fare con una scuola di magia dark completamente diversa da quelle trovate in altre storie), il fatto che la scrittrice arricchisse il romanzo con descrizioni approfondite e minuziose di luoghi, metodologie, studi e racconti passati, rendeva il tutto molto più accattivante, ricco e sicuramente non superficiale. In questo volume, l’ambientazione cambia completamente e, nonostante la nostra protagonista e i suoi compagni viaggino di luogo in luogo, il world building non mi è sembrato così entusiasmante come era successo per la Scholomance.

Questo aspetto mi ricollega direttamente al secondo punto che mi ha fatto storcere il naso. Per le prime 200 pagine il libro mi è sembrato infinito; l’ho trovato poco interessante, troppo dispersivo e per questo motivo anche un po’ noioso. Il problema fondamentale è che se non hai un world building di spessore da dover descrivere, tutte le informazioni e i dettagli che decidi di inserire all’interno del romanzo risultano esser pesanti, ripetitivi e soprattutto impegnativi da un punto di vista attentivo. Due terzi del libro mi sono sembrati saturi di informazioni che non recepivo e che dovevo leggere più volte perché non riuscivo a metabolizzare.

Le ultime 120 pagine invece sono state quelle che mi hanno fatto completamente rivalutare il romanzo. Nell’ultima parte succede davvero di tutto; si tirano le somme di tutte le innumerevoli informazioni che abbiamo avuto e riusciamo finalmente ad aver un quadro della conclusione. Veniamo a conoscenza di quello che è importante ai fini della trama e ritorniamo ad avere un’ambientazione interessante, capace di catturare finalmente l’attenzione del lettore.

Mi è piaciuto molto come l’autrice abbia incastrato alla perfezione i diversi aspetti narrati e abbia tratto alla fine una spiegazione logica e non equivoca. Sicuramente il mondo magico espresso non è semplice e si rischiava di perdersi strada facendo, lasciando qualche domanda sospesa o qualche dubbio. Novik invece ha dato risposta a tutte le nostre domande, mettendo su un finale davvero epico, degno dei migliori libri fantasy. Detto ciò trovo sempre la scrittura di questa autrice molto complessa e faticosa; le continue regressioni, gli “spiegoni” e soprattutto tutti i ragionamenti di El, la protagonista, hanno messo a dura prova la mia pazienza e la mia concentrazione. Per farvi capire, spesso alla protagonista veniva posta una domanda che trovava risposta solo dopo circa 3 pagine di flusso di coscienza; potete ben capire che a quel punto mi ero già dimenticata cosa le fosse stato chiesto!

Quello che secondo me funziona alla perfezione in questo libro è la caratterizzazione dei personaggi, in particolare quella di El e Orion. I due si incastrano alla perfezione, il loro rapporto funziona e non è mai banale. Mi sono piaciuti molto, entrambi per le loro peculiarità, e ho trovato il loro legame come un filo invisibile che collega la luce con la tenebra, il buono con il cattivo, il bianco con il nero. Non si può stare ad uno dei due estremi ma bisogna trovare sempre una via di mezzo e loro, a mio parere, si compensano in questo. La corazza di El fatta di sarcasmo, di rabbia e di scontrosità, si compensa perfettamente con la sofferenza inespressa e la dolcezza velata di Orion. Se siete poi più sensibili di me, sicuramente l’autrice metterà a dura prova in alcuni momenti il vostro cuoricino

Riepilogando, trovo in questo volume una degna fine della storia (sarà davvero la fine? Chissà!); resta il fatto che per me, non necessariamente doveva essere una trilogia ma poteva benissimo svilupparsi in meno pagine, in modo da non risultare così appesantito e a volte troppo ridondante.

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3 Risposte a “Recensione di “La cerchia d’oro. Scholomance (Vol. 3)””

  1. A me la trilogia è piaciuta un sacco, ma non posso negare che moltissime scelte dell’autrice siano state molto rischiose. Gli spiegoni ad esempio possono scoraggiare tantissimo e sono uno dei motivi per i quali nonostante a me la trilogia sia piaciuta, non mi sento di consigliarla indiscriminatamente

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  2. Ho letto solo il primo volume e ho deciso di non continuare… l’ho trovato troppo caotico, a punti prolisso…insomma ci ho messo una vita a leggerlo.

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