Recensione di “In forma di essere umano”

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Autore: Riccardo Gazzaniga

Casa editrice: Rizzoli

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Giallo, Poliziesco Storico

Trama: Argentina, 1960. Sono passati quindici anni dalla caduta del nazismo e Adolf Eichmann, ex tenente delle SS scampato al processo di Norimberga, si è rifatto una vita sotto falso nome. Niente in lui conserva i segni dell’ufficiale del Reich che ha contribuito a rendere possibile la soluzione finale. Adesso si chiama Ricardo Klement e vive in un sobborgo di Buenos Aires insieme alla moglie Vera e ai figli. Abita in una casupola senza acqua corrente né elettricità e lavora in una fabbrica della Mercedes. Ancora non sa, Eichmann, che i suoi giorni sono contati e incombe su di lui il momento in cui dovrà affrontare il passato. L’agente del Mossad Zvi Aharoni è sulle sue tracce, pronto a tutto pur di consegnarlo alla giustizia israeliana. Quella che ci viene raccontata in queste pagine dalla viva voce dei suoi due protagonisti, di cui Riccardo Gazzaniga ha magistralmente interpretato pensieri, paure e turbamenti, è una delle vicende di spionaggio più incredibili del Ventesimo secolo: una storia potente e appassionante, che scandaglia gli abissi insondabili dell’animo umano. In una narrazione che ha il ritmo della spy story e la profondità dei romanzi di realtà, Gazzaniga si spinge all’origine del Male, componendo i ritratti sconvolgenti di due esistenze che hanno segnato in modo indelebile il Novecento.

Recensione: Qualche mese fa avevo recuperato una lettura estremamente importante legata alla figura di Adolf Eichmann. “La banalità del male” è stato un libro illuminante, che mi ha permesso di approfondire una tematica delicata come quella legata ai crimini della Seconda Guerra Mondiale. Il libro di Gazzola è stato altrettanto illuminante perché ha dato una storia a tutto ciò che è successo precedentemente al processo e soprattutto ha dato voce ai pensieri di entrambe le parti: l’agente Zvi Aharoni, incaricato dell’indagine e della cattura e l’ufficiale del Reich Adolf Eichmann.

Non è mai semplice a mio parere entrare nella mente di figure così pesanti dal punto di vista emotivo; cercare di capire cosa passi nella testa di un criminale di quel livello e provare a mettere su carta i suoi pensieri, le sue considerazioni e soprattutto i suoi giudizi in merito alle azioni compiute, richiede un lavoro introspettivo non indifferente.

Gazzaniga è stato obiettivo, in un certo senso distaccato e capace di parlare a nome di una persona che ha rappresentato la causa della deportazione di milioni di persone e della morte di altrettante. Allo stesso tempo ci ha concesso un’ancora di salvataggio attraverso la rappresentazione di una figura come quella dell’agente Zvi, capace non solo di perseguire l’obiettivo di catturare Eichmann per consegnarlo al giudizio israeliano ma anche quello di rendere giustizia a tutte le vittime.

Gli anni ’60 sono stati anni intensi, di ricerca e di bisogno di giustizia; troppi criminali avevano trovato rifugio in Argentina e Israele sentiva al necessità di fare la propria parte nella condanna di tali elementi.

Non nego che questo libro è riuscita ad appassionarmi come pochi nonostante i polizieschi non siano tra i miei romanzi preferiti. Il racconto di tutto il piano di azione, dello spionaggio internazionale e della cattura è stato avvincente ed emozionante; l’entrare così in intimità con una figura così ambivalente e lontana dal mio essere, mi ha creato non pochi turbamenti e mi ha fatto riflettere su come troppo spesso si creda che il male provenga da mentalità disturbate o devianti invece di pensare a quanto il male stesso sia estremamente banale e quotidiano.

Ricordo che quasi tutti i personaggi presenti in questo romanzo sono realmente esistiti e che le vicende narrate sono eventi storici accaduti. Credo che lo scrittore non solo abbia narrato eventi di conoscenza comune ma sia riuscito anche a creare tutto il contorno emotivo e personale che a mio parere può essere considerato reale quanto i fatti conosciuti. Per cui, se siete interessati a storie vere, legate al periodo della Seconda Guerra mondiale e vi piacciono i romanzi di indagini poliziesche e di spionaggio, questo libro saprà catturare la vostra attenzione e saprà allo stesso tempo lasciarvi con grandi domande e riflessioni profonde, necessarie a ricordarci che basta davvero poco per avere a che fare nuovamente con quel male assoluto, dato che ogni giorno avremo bisogno di nutrire la nostra umanità.

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6 Risposte a “Recensione di “In forma di essere umano””

  1. Anche a me è capitato da poco di leggere due libri diversi che in qualche modo si sono “incastrati” e uno completasse l’altro.
    Approfondire questi temi non è mai semplice, io faccio fatica a leggere questo tipo di storie perché mi fanno troppo male

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  2. Il tema Olocausto mi ha sempre interessata fin dal liceo. Ho seguito diversi documentari sulla fuga dei nazisti in Sud America ma non conoscevo questo testo. Lo terrò presente tra i libri da leggere.

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  3. Un titolo davvero interessante sul momento più buio della nostra realtà. Poco si parla del dopo di certi personaggi.

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  4. Di solito i gialli mi piacciono, ma non so se questo potrebbe essere nelle mie corde. Grazie comunque per questa recensione.

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