Recensione di “Il labirinto delle nebbie”

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Autore: Matteo Cavezzali

Casa editrice: Modadori

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Thriller, Noir

Trama: Bruno Fosco è tornato vivo dal fronte della Grande Guerra, ma non è più l’uomo di quando è partito. Forse è anche per questo che accetta il ruolo di ispettore ai confini del mondo, ovvero nella stazione di polizia di Afunde, un villaggio nella palude del delta del Po in cui vivono solo donne, perché nessun uomo è sopravvissuto al fronte. Insidie, nebbia e cupe storie circondano il villaggio, mentre i suoi edifici sprofondano ogni giorno di più nel terreno fangoso. Quando viene trovata morta Angelina, con un misterioso simbolo sul collo, comincia una vera e propria battuta di caccia al suo assassino dentro i labirintici percorsi della palude. La bellissima e sfuggente Ardea sembra sapere molto di più di quello che si riesce a “leggere” dentro la realtà ingannevole e ancestrale dalla quale il forestiero è stato inghiottito assieme al suo sottoposto Della Santa e al vecchio e burbero anarchico Primo. Su Fosco e Ardea, e su tutto il paese, incombe l’eredità di violenza che la guerra, come tutte le guerre, ha lasciato dietro di sé. Matteo Cavezzali prende le mosse, come è sua consuetudine, dalla realtà storica per toccare la pelle viscida di un luogo mitico e infernale dove la ricerca del mostro si trasforma in un intricato racconto di fantasmi attraversato da una sinistra ansia di giustizia.

Recensione: “Il labirinto delle Nebbie” mi è sembrato un ottimo modo per approcciarmi all’autore, al genere noir e a una storia che gioca tra il reale e l’immaginario.

Mentre leggevo il libro, mi sono un po’ informata e ho scoperto che, pur essendo una storia di finzione, lo scrittore ha preso spunto da avvenimenti successi realmente nel Parco del Delta del Po dove in passato si nascosero molti dissidenti politici e da dove il governo decise di richiamare tutti gli uomini alle armi.

La storia parte con l’omicidio di Angelina, una ragazza di Afunde, un paese abitato solo da donne che hanno perso tutti gli uomini in guerra. Il villaggio è cupo e paludoso: ogni giorno gli edifici sprofondano un po’ di più rendendo ancora più misteriosa la vita delle sue abitanti. Un simbolo sul collo della vittima porterà l’ispettore Fosco, mandato appositamente per indagare sull’omicidio, a convincersi di esser di fronte ad una vera e propria caccia contro un uomo e il tempo.

In realtà, lettura facendo, scopriremo che Fosco è molto più centrale di quanto si pensi. Come ogni noir che si rispetti, il nostro protagonista deve essere un po’ vittima e un po’ carnefice. Un uomo che ritornato dal fronte, si sarà portato dietro, come altri soldati, molti scheletri e molti segreti. Sta a noi scoprirli piano piano e capire poi il legame che unisce quest’uomo al paese di Afunde.

Sicuramente come ogni thriller e noir che si rispetti, questo libro è molto tetro e fosco; ci sono scene che evocano l’immaginativo, accendono i sensi e provocano nel lettore sentimenti contrastanti oltre a sensazioni torve. Ho apprezzato molto questa sua capacità di farmi immedesimare completamente nel tenebroso e di provocare in me reazioni contrastanti.

In questo romanzo, neanche troppo lungo, niente è come sembra. Fosco seguirà una pista, poi cambierà idea più volte, portando il lettore ad avere dubbi su ogni scoperta. Personaggi che possono sembrare loschi, si dimostreranno essere invece altro e chi ci sembrava indifeso, mostrerà la sua vera natura. Un libro capace di catturare l’attenzione, trasportare il lettore in un mondo quasi parallelo e, allo stesso tempo, far ipotizzare le più diverse congetture in merito alla soluzione del caso.

Il finale a mio parere è uno di quelli che ti lasciano di stucco. Sicuramente rientra nelle mie preferenze di lettura e tocca temi di cui spesso parlo nel mio profilo, per cui posso ritenermi più che soddisfatta. L’ultimo capitolo di questa vicenda mi ha fatto riflettere sul fatto che, per me, questo libro si adatterebbe benissimo ad una trasposizione cinematografica, in quanto è una storia degna di altri film mistery famosi.

4+

8 Risposte a “Recensione di “Il labirinto delle nebbie””

  1. Mi sembra molto interessante anche se preferisco i gialli e thriller ai noir. La storia poi la conosco essendo il luogo vicino a me quindi riconosco le ispirazioni.

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  2. Un genere di cui al momento ho letto poco, ma che mi incuriosisce. Adoro quando un autore unisce la finzione a fatti accaduti, lo trovo un bel dettaglio 🙂

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