Recensione di “I fiori della Morte”

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Autore: Ellis J. J.

Casa editrice: Ponte alla Grazie

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Thriller

Trama: Giornalista inglese trapiantata a Tokyo, Holly Blain è stanca di doversi occupare di zuccherose popstar per adolescenti. È a caccia di notizie vere, stimolanti. Cronaca nera. Quando incontra l’ispettore Tetsu Tanaka capisce di avere finalmente fra le mani la grande occasione che aspettava: una ragazza svedese, Elin Granqvist, viene trovata morta, e nelle stesse ore scompare Marie-Louise Durand, francese. Tanaka è un poliziotto ligio alle regole, e non vorrebbe coinvolgere una giornalista così ambiziosa in un’indagine tanto delicata. Ma l’ispettore non ha scelta: grazie al suo look androgino, Holly riesce a mimetizzarsi perfettamente nello sterminato alveare di Tokyo, scoprendo elementi decisivi per l’indagine. Le intuizioni di Holly e Tanaka portano a delineare la figura di un misterioso killer, ossessionato dalla fioritura dei ciliegi e dai minuziosi rituali della tradizione del suo Paese, e con una morbosa predilezione per Roy Orbison e le sue ballate intrise di malinconia. Sullo sfondo di un Giappone sospeso tra un futuro ipertecnologico e un passato immutabile, l’autore confeziona un thriller dove ogni personaggio è costretto a fare i conti con le proprie origini: un vuoto da colmare, un incubo psicologico da cui fuggire.

Recensione: Sicuramente se anche voi amate così come me, il paese del Sol Levante e la cultura nipponica, questo thriller saprà conquistarvi. I fiori della Morte è il primo di una saga dedicata alla collaborazione tra l’ispettore Tanaka e la giornalista inglese Blain ormai trapiantata da anni in Giappone. Nonostante le differenze, tra i due si instaura un rapporto collaborativo che permetterà la risoluzione del caso e la nascita di un’amicizia che continuerà poi nei volumi successivi.

Quello che salta subito all’occhio di questo libro è lo stile di scrittura che sembra rappresentare al meglio il Giappone; calmo e riflessivo in alcune parti, incalzante e frenetico in altri. Anche la scrittura richiama a questa dualità.

Un thriller che vuole far emergere le due facce nipponiche fortemente in contrasto ma costrette a convivere: da una parte abbiamo un paese che fonda le sue radici in una tradizione molto sentita; dall’altra abbiamo invece lo stesso paese ultra tecnologico, convulso e basato sul consumismo.

Gli stessi protagonisti incarnano al meglio questa dualità; hanno due anime opposte che cercano di convivere tra di loro, in una continua ricerca della cosiddetta parte mancante, in una società dove spesso ci si può sentire davvero alienati.

Ellis ha dimostrato capacità nel riuscire a catturare l’anima più profonda di questo paese, descrivendone alcune città in maniera minuziosa e arricchendo queste descrizioni di particolari che ci fanno vivere il Giappone pur essendo lontani. Il Sol Levante non fa solo da sfondo alla storia bensì entra nel profondo delle persone, plasma e tras-forma ogni vicenda, personaggio o elemento. A questo proposito sono stati interessanti i diversi PoV, compreso quello del Killer, che hanno permesso di conoscere le personalità e le motivazioni di determinate scelte. Sicuramente l’approfondimento psicologico dei due protagonisti verrà sviluppato più avanti, trattandosi questo di un primo volume di una serie.

Se siete soliti amare i colpi di scena, potreste rimanere delusi. In questo libro non è tanto importante capire chi è l’assassino ma conoscerne la storia, le motivazioni e soprattutto entrare nella sua mente per percepire anche in lui un dualismo che può spezzare.

5+

9 Risposte a “Recensione di “I fiori della Morte””

  1. Questo titolo sicuro fa per me allora. Amo il Giappone e amo i gialli/thriller. Quindi credo sia proprio perfetto per me. Grazie mille per avermelo fatto conoscere.

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  2. Io amo i colpi di scena, sono importanti per me, però anche conoscere la mente dell’assassino non dovrebbe esser male. Mi hai messo in difficoltà ahahaha

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  3. Scoprire la mente dell’assassino è una caratteristica che,in questo genere di libro, adoro più dei colpi di scena 🙂

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  4. A parte il fantasy silkpunk ho difficoltà ad approcciarmi con i libri ambientati in Oriente, faccio fatica, quindi non so se possa fare al caso mio

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