Recensione di “Atto I: La città celata”

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Autore: Simon Schiele

Casa editrice: Independently published

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Fantasy

Trama: In un mondo fantastico macchiato da problemi fin troppo reali, due giovani guerrieri combattono per crearsi un futuro. Jack, la spada, incatenato a un sogno di vendetta, Night, l’arco, in cerca di una famiglia. La loro vita cambierà quando arriveranno ad Adzul, la città celata, un’oasi di pace e serenità che tuttavia nasconde un grande segreto. Lì incontreranno il leale Cabil, la bella Judith, il sovrano Reginald, la Meranice e ammireranno la magia del Campo Lunare: sarà il posto adatto a loro? Com’è legato il segreto della città al loro passato? Una favola adulta ricca di umanità, un dark fantasy italiano che ridefinisce i canoni del genere. Violenza, razzismo, abusi sulle donne. Amicizia, amore, fratellanza. Questo è Jäck atto I: la città celata.

Recensione: Dopo tanto tempo e tante peripezie, finalmente sono riuscita a leggere questo romanzo fantasy e sono contenta di averlo fatto perché non mi ha assolutamente delusa. L’autore a mio parere è riuscito a scrivere una storia accattivante, con la giusta suspense e con quel pizzico di ironia che caratterizza i personaggi e che ci fa sorridere in diversi scambi di battute. Lo stile di Simon è fresco, pulito e soprattutto mai pesante. Ha una buona capacità descrittiva e riesce a mantenere vivo l’interesse del lettore, non scadendo mai nel banale. Il tempo è costante e gli avvenimenti, inizialmente molto misteriosi, diventano più chiari via via che si va avanti con la lettura. Di conseguenza niente è lasciato a dubbie interpretazioni mentre tutto trova la sua giusta collocazione nel grande disegno della storia. Parlando invece dei personaggi, entrambi i protagonisti, così come i personaggi secondari, sono davvero ben costruiti. Hanno personalità forti e caratterizzanti, una prestanza fisica ben definita e sicuramente personalità marcate capaci di definire nettamente una distinzione tra uno e l’altro, permettendoti poi di immedesimarti in quello a te più affine. A detta dell’autore, spesso i lettori si ritrovano in Nick, ragazzo dolce, buono e da alti principi e valori mentre spesso denigrano Jack considerato il più egoista e il più arrogante dei due (dai tra di noi possiamo dirlo, un po’ str@@@@tto!!!). Per mio gusto personale invece, mi sono ritrovata a tifare per Jack: lo considero forte, a volte impulsivo e irriverente ma allo stesso tempo capace di legarsi profondamente ad un’altra persona (quando ne vale la pena) e di dare tutto sé stesso per l’altro. Ci mette un po’ a fidarsi e ad affezionarsi; quando lo fa, non lo manifesta apertamente ma lo dimostra con gesti significativi oppure con la capacità di fare un passo indietro. L’ho trovato vero e genuino e ricco di difetti, così come sono le persone comuni. Mia grande curiosità resta quella di saperne di più in merito ad un altro personaggio misterioso, il probabile reale cattivo della storia (oppure no? Chissà!). Altro punto a favore di questo libro è il wordbuilding. Simon non elemosina descrizioni dettagliate di luoghi, costumi e usanze facilitando la rappresentazione del contesto e rendendo il tutto più approfondito. Non è mai superficiale ma riesce anche a non annoiare con descrizioni prolisse come invece capita in altri romanzi del genere; anche l’elemento magico non è esagerato e non appesantisce il tutto. La storia a mio parere, come dicevo prima, funziona e regge alla perfezione. Non ci sono buchi di trama e nonostante si svolga in una sorta di sequenzialità un po’ lenta rispetto ai miei soliti canoni, riesce comunque a creare quel mix di mistero e di trepidazione necessario per voler poi continuare la lettura anche col secondo volume (che per nostra gioia non dovrebbe tardare ad uscire!).