Recensione de “L’assassinio della Grande Madre”

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Autore: Giovanna Mulas

Casa editrice: Bonfirraro

Anno di pubblicazione: 2023

Genere: Saggio, Cultura e Società,

Trama: Donna e femminicidio: donna come Madre Terra, ovvero Tempio sconsacrato? L’autrice attraverso questo saggio indaga sui perché del fenomeno tanto diffuso nella nostra società. Purtroppo la cultura del femminicidio è particolarmente radicato in Italia. La volontà nella vendetta è avversa nei confronti del trascorrere del tempo; di quella dimensione del tempo in cui la volontà non può far nulla nei confronti della fine di una illusione di sentimento di amore. E non può far nulla perché il tempo è irreversibile e ciò che passa, come pure una parvenza di sentimento amoroso, non può tornare (…). La vendetta per sua natura è ispirata dal sentimento di colui che si sente vinto, che ha subìto un danno; questo comporta che chi si vuol vendicare, vuole abbassare il suo avversario a un livello di subalternità, vuole, cioè, pareggiare il danno ricevuto, superarlo persino. Lo spirito di vendetta non è qualcosa che riguarda un particolare tipo d’uomo, ma riguarda la totalità dell’uomo fino adesso esistito. Dice Zarathustra nel brano Della redenzione: “Lo spirito di vendetta: amici, su nient’altro finora gli uomini hanno meglio riflettuto; e dov’era sofferenza, sempre doveva essere una punizione”. La libertà senza giustizia sociale è conquista illusoria e debole.

Recensione: Inizio subito questa recensione col dire che questa non è stata una semplice lettura. Il tema centrale di questo saggio è il femminicidio e, attraverso un excursus di teorie, concetti filosofici e aspetti teologici, viene discusso seppur non in maniera del tutto completa.

Tutto parte dal fatto che nella storia, la Grande Madre come creatrice si manifesta fin dall’antichità e che per l’uomo questa figura ha un significato profondamente antropologico. La Madre è donna e come tale, rappresenta la terra, generatrice della vita.

Avviene però che ad un certo punto della storia, questa rappresentazione si stravolga completamente, soprattutto dal punto di vista religioso, e per questo motivo anche dal punto di vita valoriale: la donna diventa colei che tenta l’uomo nel peccato e per questo portatrice di sofferenza e di problemi. Con questo cambiamento così radicale della visione della donna, cambia anche il suo ruolo nella società, il timore verso di lei e la relazione con l’uomo. L’uomo diventa fortemente vendicativo e ricerca un controllo totale su tutti gli aspetti di vita della donna.

Ecco che quindi il femminicidio ha radici storiche con una forte connotazione culturale e che, nel corso dei secoli, ha trovato sempre più alimentazione e forza nel patriarcato che legittima la violenza come strumento per strumentalizzare questa visione negativa del femminile.

Questo libro si presta sicuramente a più letture; richiede inoltre una dovuta attenzione perché a seconda di quali studi si siano fatti o di quali letture si è soliti affrontare, alcuni concetti non saranno di semplice comprensione e richiederanno un secondo approfondimento.

Resta tuttavia un ottimo spunto di riflessione che non esaurisce tutte le risposte ma che porta a porsi nuove domande e a rafforzare il bisogno di conoscenza, di informazione e di rispetto, fondamentali per combattere questa piaga sociale e culturale.

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