Recensione de “Il Tesoriere”

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Autore: Gianluca Calvosa

Casa editrice: Mondadori

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: Narrativa politica

Trama: Italia, 1972. Dopo quattordici anni trascorsi tra i corridoi polverosi di un soffocante archivio alla periferia di Milano, Andrea Ferrante è ormai rassegnato al suo dignitoso quanto anonimo ruolo di piccolo funzionario politico, ben lontano dalla radiosa carriera cui un tempo sembrava destinato. Il rapporto con la moglie Sandra si trascina stancamente. Con suo figlio Umberto, poco più di qualche sporadico litigio. A strapparlo dal torpore del fallimento è un’inattesa convocazione a Roma dove, contro ogni logica e consuetudine, il nuovo segretario del PCI lo nomina tesoriere del partito. L’entusiasmo per il prestigioso incarico, però, lascia presto il posto allo sconcerto: non solo il suo predecessore è stato trovato morto in circostanze poco chiare, ma il primo compito che Ferrante deve affrontare è interrompere il fiume di denaro proveniente da Mosca.Sono anni densi di fermento, quelli della Guerra Fredda, delle università occupate, del volantinaggio in fabbrica, dei cortei di piazza e delle prime vittime del terrorismo.L’Italia è troppo strategica per lasciare l’iniziativa al nemico: comunisti, democristiani, CIA, KGB, servizi deviati, brigatisti e alti prelati del Vaticano si incrociano a Roma, vero epicentro della contrapposizione tra Mosca e Washington, mettendo in scena un conflitto senza precedenti che, anestetizzato dall’abbraccio della Dolce Vita, trasforma la Città Eterna nel parco divertimenti dello spionaggio internazionale.Gli eventi che hanno catapultato l’inconsapevole tesoriere in un labirinto senza apparente via di uscita risvegliano storie provenienti da lontano che si danno appuntamento sulle sponde del Tevere per fare i conti con il passato.

Recensione: Ho dedicato parecchio tempo alla lettura di questo libro perché non si è rivelata una lettura semplice sotto molti punti di vita. “Il Tesoriere” è un libro intenso, ricco e davvero complesso dal punto di vista narrativo: le vicende politiche che vengono raccontate su diversi piani temporali (attraverso molto flash back), sono intricate e macchinose, ricche di particolari e sviscerate in ogni loro minimo dettaglio.

Sicuramente il quadro storico che ne risulta, è un quadro dettagliato ed esplicativo. Il problema principale stava nel fatto che io non conoscevo quasi nulla delle vicende politiche e sociali dell’epoca, per cui durante la lettura ero come uno studente alle prime armi con un argomento da studiare, incapace di assimilare al primo colpo tutte le informazioni ottenute.

Sicuramente attraverso lo stile asciutto, asettico quasi da telecronista, l’autore ci racconta i fatti da diverse prospettive: ci alterniamo tra vari personaggi, fittizi e a volte reali, ognuno con i propri scopi e con una visione della realtà individuale. Una storia fatta di intrighi, sotto rifugi, bugie, ambivalenza, ambizione e doppi giochi. Più storie a più livelli che si intrecciano in una rete di tempi ed eventi passati e futuri che spesso però risultano essere troppi e per questo un po’ confusionari e dispersivi.

Sicuramente quello che emerge è un mondo nascosto politico e sociale dove prevale il desiderio e la bramosia del singolo: una guerra fredda continua di soldi e potere, a discapito di quelli che possono essere i grandi ideali da slogan. Niente è come sembra e neanche le persone più care e vicine, in realtà sono trasparenti come ci fanno credere. Difatti ci saranno alcuni colpi di scena che vi lasceranno sicuramente a bocca aperta.

Questo romanzo è paragonabile ad un grande puzzle dove man mano che si va avanti e si incastrano i vari pezzi, si completa un quadro generale dell’immagine che si voleva raccontare. L’unica pecca forse, sta nel fatto che alla fine dei conti dopo aver chiarito ogni singolo aspetto è come se la storia non abbia una fine reale in quanto non si riesce a capire bene quale sia l’obiettivo stesso del racconto, se non quello di far emergere un’immagine definita del quadro politico degli anni ’70.

Il fatto che io abbia avuto bisogno di più tempo per leggerlo e che abbia mostrato una certa difficoltà nel seguire tutte le vicende politiche non è necessariamente qualcosa di negativo; direi piuttosto il contrario dato che ho apprezzato molto la complessità e la ricchezza di questo romanzo; sicuramente per chi ha una conoscenza maggiore dei fatti reali dell’epoca, questo romanzo risulterà inserito in una cornice facile da comprendere e con ottimi riferimenti agli eventi realmente accaduti.

Per una neofita del periodo come me, sicuramente resta il fascino di una storia nascosta e intricata che viene a galla e che chiarisce diversi punti per avere almeno una chiave di lettura generale delle vicende narrate.

7+

17 Risposte a “Recensione de “Il Tesoriere””

  1. In questo periodo non lo leggerei, non perché sia una brutta lettura ma perché non le darei la giusta attenzione. Comunque lo segno, perché è importante come libro.

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  2. La parte che mi attira di più è proprio quella socio-politica perché anche io conosco molto poco questo periodo e deve essere molto interessante approfondire attraverso la lettura

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  3. È sempre bello trovare un libro che ti affascina e che riesce a far comprendere aspetti un po’ dimenticati con un nuovo punto di vista

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  4. Non essendo proprio il mio genere sicuramente farei molto fatica a leggerlo. Ma per gli amanti del periodo e del genere politico/storico può essere una lettura molto interessante.

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  5. In effetti non so se leggerei un libro con tanti riferimenti politici, ecc… Sembra un po’ pesantino per me!

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