Recensione di “Voglio essere una Calciatrice”

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Autore: Livio D’Alessandro, Ronald Giammò, Mabel Morri

Casa editrice: Fandango Libri

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: Cultura e Società

Trama: Qual è la storia dello sport più amato al mondo quando a praticarlo sono state le donne? Quali sono le calciatrici che hanno fatto la storia e le Nazioni più quotate? E le scuole calcio migliori per diventare una campionessa? Livio D’Alessandro e Ronald Giammò, giornalisti sportivi e padri di figlie femmine ci guidano alla scoperta di un settore, quello del calcio femminile, che sta crescendo di giorno in giorno e che punta a diventare uno dei più seguiti al mondo, in un manuale divertente, ricco di informazioni e piccoli consigli che spiano la strada al sogno di calciare il pallone per le ragazze di oggi.

Recensione: “Voglio essere una calciatrice” è uno di quei libri che ha come obiettivo quello di arrivare ad un categoria di lettori (in questo caso, le ragazze che hanno deciso di giocare a Calcio) ma che finisce per colpire un po’ tutti. Il libro si suddivide in vere e proprie sezioni, non esplicitamente segnate ma facilmente riconoscibili: la prima parte viene dedicata ad una breve storia della nascita del calcio femminile come sport.; la seconda invece è dedicata a piccoli racconti e biografie di ragazze che hanno fatto (e fanno ancora!) la storia dello sport; l’ultima sezione invece riprende l’impostazione della prima raccontando invece le sorti del calcio femminile in Italia e a chi rivolgersi nel caso si abbia intenzione di avvicinarsi a questo sport. Devo ammettere che ho smesso da molto tempo di interessarmi al calcio e alle partite di serie A per cui il mio approccio a questo libro è stato perlopiù quello di una donna, dedita al femminismo, che voleva capire le difficoltà di una bambina o di una giovane con la passione per il calcio, che decideva di intraprendere la carriera da calciatrice. Sappiamo tutti che il calcio viene considerato dalla maggior parte delle persone uno sport prettamente maschile: nonostante quello femminile si sia affermato nel tempo, non vanta della stessa fama e dello stesso seguito di quello maschile. Questo libro analizza come i pregiudizi e le convenzioni sociali e bigotte abbiano ritardato il riconoscimento di questa sezione e abbiamo modificato più volte il corso degli eventi, ostacolandone la pratica e non concedendo fondi, meriti e ufficializzazioni. Se non avete dimestichezza col calcio, alcune parti vi potranno risultare un po’ più lente dato che per parlare di sport, bisogna raccontare partite, allenamenti e azioni d’eccellenza. Credo però che valga la pena fare questo sforzo perché nonostante la situazione sia cambiata, le bambine che vogliono approcciarsi al calcio incontrano ancora grandi difficoltà, soprattutto culturali e sociali. Avrei quindi per questo motivo apprezzato una sezione più grande dedicata ai genitori e agli allenatori, di matrice più psicologica, per approfondire questo aspetto e come il cambiamento stia soprattutto nel modo di pensare degli educatori.

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8 Risposte a “Recensione di “Voglio essere una Calciatrice””

  1. Dovrebbero parlarne di più di calciatrici e di calcio femminile in tv e invece zero. Mi fa rabbia questo, perché le prime discriminazioni esistono nello sport.

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  2. Un argomento di cui non si parla tanto e spesso viene sottovalutato, tra l’altro giocavo a calcio anche io da ragazza e mi dispiace che anche in questo caso la donna venga discriminata. Segnerò la lettura perchè mi interessa grazie per averla segnalata!

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  3. Purtroppo il calcio non mi piace proprio ma può essere interessante come lettura perché anche io da femminista lo leggerei solo per sentirmi più vicina alle donne che affrontano ogni giorno la difficoltà di affermarsi in un mondo sportivo fortemente maschilista

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  4. Adoro queste storie dove tra le righe si sta parlando anxhe contro gli stereotipi di genere . Ho molte amiche oltretutto che giocano a calcio anche da professioniste!

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  5. Il ruolo degli educatori mi è sempre sembrato centrale. Io, ad esempio, ho avuto la fortuna di averne di ottimi, nonostante abbia fatto spesso delle cose considerate canonicamente da maschi, eppure nessuno dei miei insegnanti ha mai battuto ciglio. Sono stata fortunata

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