Recensione di “L’Artiglio del tempo”

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L’artiglio del tempo

Autore: Anna Vera Viva

Casa editrice: Garzanti

Anno di pubblicazione: 2023

Genere: Narrativa, thriller storico

Trama: La Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono passione, abilità e coraggio. Lo sa bene padre Raffaele, da poco tornato nei luoghi dove ha vissuto i primi anni di un’infanzia rubata e dove l’ombra di Peppino, il fratello malavitoso che il destino gli ha dato in sorte, si allunga su ogni evento del quartiere. Questa volta, però, un’ombra ancora più fosca avvolge le indagini del prete e della sua perpetua: è l’ombra della storia; di una guerra lontana che sembra ancora vicina; di una Napoli che si ribella ai nazisti; di un popolo fiero che non cede al gioco dei potenti. Perché c’è un morto che non è una persona come le altre: sul braccio porta tatuati i numeri che ricordano un orrore impossibile da dimenticare. È Samuele, l’anziano venditore di cappelli che viene trovato senza vita nel suo negozio. Per tutti si tratta di un incidente, ma nulla di quanto accade alla Sanità risponde alla spiegazione più logica e padre Raffaele, convinto che la morte di Samuele sia strettamente allacciata a quel tempo, si trova a ripercorrere eventi che parevano ormai lontani. Perché lui sa che la storia ha tentacoli lunghi e che il male scorre in fiumi che giungono fino a noi. Così il sangue del passato si mescola con quello del presente, si insinua negli stessi vicoli, ma parla parole nuove che padre Raffaele dovrà decifrare.Anna Vera Viva ha dato vita a due personaggi che sono entrati nel cuore dei lettori. Un prete e un boss della malavita che indagano, vivono e respirano alla Sanità che li ha visti crescere, perdersi e poi ritrovarsi. Le atrocità della seconda guerra mondiale tornano a riaffiorare, ma Napoli sa come resistere e non lasciarsi zittire da niente e nessuno.

Recensione: È stato un piacevolissimo caso quello di aver ricevuto la proposta di collaborazione per “L’Artiglio del tempo” subito dopo aver visitato la città di Napoli ed essermene profondamente innamorata.

Napoli è una città che troppo spesso viene rappresentata attraverso stereotipi e pregiudizi, legati soprattutto alla criminalità. Eppure è un mondo affascinante, ricco di storia e di cultura, folcloristico e dal grande cuore. 

Il libro di Anna Maria Viva fa emergere il lato più caloroso di Napoli e la bellezza mozzafiato dei suoi quartieri, dei vicoli più caratteristici, della gente genuina e del buon cibo. Ci immergiamo nella città più vera e diventiamo a nostra volta, spettatori della sua importanza.

Assuntina, la perpetua di Don Raffaele è un donna aperta e spontanea, buona e solare allo stesso tempo, grande compagna di indagini e arguta nelle deduzioni e nelle indagini. Don Raffaele è un uomo chiuso e introverso, con un passato importante e con un presente ancora più “pesante”, dedito alla verità e agli affetti, anche a quelli del suo quartiere. 

La storia si svolge su due piani temporali: abbiamo un presente fortemente legato ad un passato triste e doloroso della nostra storia. La scrittrice riesce a passare dal passato al presente in maniera magistrale, senza appesantire la narrazione, e riesce a raccontare gli eventi in maniera eccezionale e impeccabile, rendendo l’investigazione accattivante e magnetica. 

La storia è come un grande puzzle: con l’aiuto di un piccolo aiutante e la lenta ricostruzione dei fatti, Don Raffaele e Assuntina troveranno piano piano ogni singola tessera per poi ridare al lettore un quadro generale completo e chiaro, senza lasciare alcun dubbio e nessuna domanda. 

Ho trovato davvero apprezzabile l’accuratezza di alcuni fatti storici e la delicatezza con cui ci si accosta ad argomenti così delicati come quelli legati alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale.

Accanto poi alla narrazione principale, veniamo a conoscenza di maggiori dettagli della vita privata del prete e del suo legame con il fratello che ha intrapreso un percorso di vita completamente contrario. La loro diversità e il loro essere così opposti, li allontana e li avvicina allo stesso tempo, in un gioco continuo di amore e odio.

Ho apprezzato tantissimo questa storia e la penna così vivida dell’autrice che è riuscita a renderla realistica e ammaliante; mi ha fatto rivivere luoghi, sapori e odori di una città speciale e mi ha fatto affezionare alla coppia Don Raffaele-Assuntina. Proprio per questo motivo, recupererò sicuramente il libro antecedente a “Gli Artigli del tempo” e seguirò con molto piacere le avventure future di questo duo così ben riuscito.

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3 Risposte a “Recensione di “L’Artiglio del tempo””

  1. Credo di non aver mai letto un libro ambientato a Napoli. Questo, poi, sembra un libro frutto di tantissima ricerca, tra luoghi e fatti storici

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