Recensione di “La ragazza dal vestito blu”

Se vuoi comprare il libro per supportare il mio lavoro ecco il link di affiliazione per AMAZON

Autrice: Alena Schröder, Dorina Gelmi (Traduttrice)

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Narrativa, Saga familiare, Storico

Trama: «La ricerca emozionante di un dipinto che è al tempo stesso la ricerca di se stessi.» Der Freitag Berlino, 2017. La ventisettenne Hannah sta finendo il dottorato all’università, ma ha la sensazione che la sua vera vita non sia ancora iniziata. Sua nonna Evelyn, invece, a quasi cento anni ha condotto un’esistenza piena e non si è mai tirata indietro di fronte al dolore. Una lettera spedita da uno studio legale israeliano, però, cambia tutto. Evelyn sarebbe l’erede di un bene artistico trafugato durante il regime nazista e ora perduto: un quadro di Vermeer raffigurante una ragazza vestita di blu che ammira il crepuscolo alla finestra. Dopo questa rivelazione, sono tanti gli interrogativi che si affollano nella mente di Hannah, ma la nonna si rifiuta di rispondere. Così, la ragazza inizia una ricerca personale sulle tracce del dipinto, che la condurrà agli anni Venti e alla sua bisnonna Senta, la madre di Evelyn: una giovane donna testarda e intrappolata in un matrimonio senza amore che all’improvviso decide di lasciare tutto, anche sua figlia, per essere libera. Tuttavia, tempi bui sono in arrivo in Germania e in Europa, ed essere liberi richiederà sacrifici ancora più grandi. Un romanzo della memoria, una saga famigliare tutta al femminile, ispirata alla storia vera dell’autrice.

Recensione: Ho sempre detto che le saghe famigliari non fanno per me e che ho difficoltà ad affezionarmi alla storia di una famiglia in particolare che evolve col trascorrere del tempo. La ragazza dal vestito blu mi ha fatto assolutamente ricredere e forse per due semplici motivi.

Il primo è legato alle sue protagoniste: nonostante le varie epoche e le varie generazioni, la storia è raccontata da un punto di vista prettamente femminile. La storia è a tutti gli effetti la narrazione della vita di diverse donne che nel corso del tempo e soprattutto per via di eventi storici forti, hanno dovuto compiere scelte a volte per niente facili e hanno dovuto ridefinire continuamente relazioni e affetti.

Il secondo motivo per me è legato al fatto che tutto si svolge in un unico romanzo. Forse non sono così propensa alla lettura di saghe famigliari, mentre non disdegno storie di famiglie che si sviluppano in poche pagine.Dopo le prime 50 pagine un po’ più lente e la difficoltà ad ingranare, la storia ha iniziato a prendere una piega più interessante e man mano che andavo avanti nella lettura, volevo conoscere ogni dettaglio della vita di queste donne.

I piani temporali sono principalmente due. In uno ci troviamo praticamente ai giorni nostri mentre nell’altro veniamo catapultati agli esordi della Germania hitleriana. L’autrice è stata capace di mantenere vivida l’attenzione su entrambe le epoche: mi sono appassionata alla storia di Hannah, la nostra protagonista, alla sua ricerca dei quadri appartenuti ai suoi antenati e anche alle sue vicende personali. Allo stesso tempo però ho letto con un interesse nostalgico e in alcuni tratti doloroso, la storia della sua famiglia e l’evolversi di un paese che piano piano scivola verso la follia più assoluta.

La scrittura è introspettiva e indagatrice; scava nei ricordi, nelle personalità, nei sentimenti e nell’anima dei personaggi. Con una punta di ironia, fa una netta distinzione tra una personalità più indecisa e altalenante come quella di Hannah con quella di donne più determinate ma allo stesso tempo più sofferenti come la mamma e la nonna. Ognuna lascia qualcosa ai posteri e, nonostante le distanze e gli allontanamenti, tutte sono legate da un connessione e a volte da una vera interdipendenza.

La seconda guerra mondiale ha marchiato in maniera indelebile questa famiglia e in un modo o nell’altro ha dato lo spunto per scavare in fondo alla storia e soprattutto risanare vecchie ferite. La ricerca di un’eredità artistica è solo la scusa per una ricerca più intima e personale: la scoperta delle proprie origini, della propria storia e la rivelazione di segreti taciuti.

La dipartita di un nostro caro ci pone sempre di fronte a domande e dubbi: avrò detto tutto quello che volevo dire? Avrò fatto le cose in maniera giusta? Ci saremmo potuti lasciare in maniera diversa? Ogni protagonista della nostra storia arriverà al momento in cui dovrà fare i conti con il proprio passato e soprattutto fare pace con sé stessa.Consigliato a chi ama leggere di generazioni che si susseguono ma allo stesso tempo apprezza un contesto storico e sociale ben preciso e con un peso notevole nella storia.

4+

7 Risposte a “Recensione di “La ragazza dal vestito blu””

  1. Credo tu mi abbia convinta, anche io sono un po’ inibita dalle saghe familiari, ma trovo i libri singoli molto più fruibili. Non conoscevo questo libro e mi piace molto come ne hai schematizzato i contenuti

    0
  2. Anche io di solito non sono una grande amante delle saghe familiari però ne parli così bene che mi viene voglia di provarci

    0
  3. Io invece adoro le saghe familiari, negli ultimi anni ne leggo sempre più spesso e ne avrei tante da consigliarti. Questo finisce in wishlist

    0
  4. Mi aveva colpito la copertina appena era uscito e l’ho segnato nella mia lunghissima wish-list. Anche io non sono una grande amante delle saghe familiari, ma questo non so perché mi aveva incuriosita. Quindi credo proprio che lo leggerò. Grazie

    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.