Recensione di “Il Mallo Verde”

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Autore: Sandra Colomberotto

Casa editrice: Giovane Holden Edizioni

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: Narrativa di genere, Fantasy

Trama: Alla notizia della scomparsa della nonna Assunta, quattro sorelle accompagnano la loro mamma nel paesino sperduto nella campagna intorno a Benevento dove viveva l’anziana. Sono donne molto diverse tra loro, abituate alla vita frenetica e concreta della grande città. Nella casa della nonna hanno passato la loro infanzia, e i ricordi hanno un gusto dolceamaro. Ma quella è anche una terra intrisa di antiche leggende ancora radicate nel profondo. Come quelle sulle janare, le misteriose streghe della tradizione contadina. Se ne rende bene conto Danila, che spinta forse solo dal caso o forse da qualche gioco del destino, fa delle curiose scoperte rovistando tra gli oggetti appartenuti a Assunta. Ecco che trova un ciondolo con un albero di noce, simbolo del legame tra il reale e il sovrannaturale, e un misterioso unguento dal profumo insopportabile. E in un attimo, la ragazza si ritrova in cielo, a volare sopra i tetti e sopra i campi, libera ed esterrefatta. Ma come è possibile? Quale segreti si nascondono nella storia di sua nonna? E che parte ha lei nel mito oscuro delle janare? Da lì in poi, la vita di Danila prende una piega del tutto imprevedibile, e i luoghi che hanno ospitato i suoi sogni candidi di bambina divengono teatro di un nuovo, incredibile capitolo. Là non troverà solo la magia, perché dietro uno sguardo speciale, per lei ci sarà pure un inaspettato e travolgente amore. Ma non sarà affatto semplice venire a capo di tutta la faccenda, perché gli accadimenti la metteranno alla prova, e la curiosità dovrà scontrarsi col bigottismo della gente impaurita.

Recensione: Vi capita mai di leggere dei libri dove vi rendete conto che c’è del potenziale però  siete anche convinti che non sia stato sfruttato a pieno? È  quello che mi è successo leggendo “Il mallo verde “, piccolo libricino che dovrebbe ruotare intorno al tema della stregoneria e della magia ma che lo sfiora solo, lasciando al lettore aspettative infrante.

Devo riconoscere che l’autrice scrive davvero bene; la sua penna è  scorrevole, passionale e sicuramente intensa. La storia fin da subito diventa famigliare, coinvolgendo il lettore e creando quell’amore di mistero che ammalia pagina dopo pagina. Il problema a mio parere fondamentale è che questo non basta quando la storia stessa non trova il giusto spazio per svilupparsi e per prendere spessore.

Il libro è  davvero piccino e la storyline è  davvero corposa per ridursi a poco più  di 100 pagine. Ne emerge una narrazione acerba, una storia solo delineata e con uno sviluppo talmente accelerato che a tratti risulta essere surreale. Con gli elementi che la narrazione introduce quasi subito, la storia doveva essere approfondita in ogni sua parte e doveva sicuramente donare al lettore maggiori spiegazioni di alcuni di questi elementi.

Il fatto che il soprannaturale sia un aspetto fondamentale di tutta la storia non giustifica a mio parere l’eccentricità di alcuni sviluppi, che invece affrontati con più  tempo e più  spazio, sarebbero sicuramente risultati più  realistici e più  collegati alla storia generale.

Un altro elemento centrale in tutta la narrazione sono le relazioni di ogni natura a cominciare da quelle famigliari, per poi continuare con quelle di sorellanza e per poi ovviamente terminare con quelle amorose. Ho apprezzato molto l’analisi dei rapporti tra queste donne protagoniste della storia: 3 sorelle, una madre e una nonna, ognuna con un proprio carattere ben definito, legate tra loro da rapporti altrettanto diversi. L’elemento femminile, (dato che la stregoneria era uno degli aspetti portanti), è sicuramente il cardine di tutto. Donne che nella loro vita hanno dovuto affrontare gioie e dolori, che si sono costruite una corazza alle sofferenze della vita oppure che non sono ancora capaci di lasciare andare il passato, si incontrano tutte insieme nella casa della nonna scomparsa e rimettono in gioco molto di loro. La personalità della nostra protagonista molto affine con quella della nonna è ciò che la rende speciale e, per questo motivo, più  vicina anche al sentirsi parte di un qualcosa di più grande.

Ho trovato invece meno interessante e troppo frettolosa, l’evolversi della relazione che viene a crearsi tra la protagonista e un ragazzo del paese dove abitava la nonna. A volte, per come si stava sviluppando, ho pensato che tra loro ci fosse un legame che superasse tempo e epoche, una sorta di legame superiore che giustificava il loro essere così vicini fin da subito. Invece poi il libro mi ha lasciato con l’amaro in bocca e con ben poche spiegazioni, negando anche questa possibilità  e riducendo il loro rapporto ad una semplice storia d’amore.

Sicuramente poi il finale è  stato veramente fin troppo accellerato. Una storia così, con elementi esoterici, rituali occulti e figure arcane, meritava una fine molto più  sviluppata e articolata, incentrata proprio sulla spiegazione di tanti aspetti che durante il resto della lettura sono stati solo nominati. Mentre leggevo avevo bisogno di risposte e una volta arrivata alla fine sono rimasta a bocca asciutta.

Un vero peccato perché la storia, l’ambientazione ( un piccolo paese vicino a Benevento) e tutti gli elementi sovrannaturali facevano ben sperare in una storia avvincente. Sarebbero bastate il doppio delle pagine e più chiarimenti per renderlo un buon libro a tutti gli effetti.

3+

9 Risposte a “Recensione di “Il Mallo Verde””

  1. Purtroppo capita di leggere libri con un grande potenziale, che però non viene sfruttato ed è un gran peccato 😔

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  2. Peccato per lo sviluppo, la trama mi attirava, però almeno le relazioni familiari sono state sviluppate bene

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  3. Non tutte le ciambelle riescono con il buco! La troppa fretta di pubblicare a volte non concede tempo nel revisionare e modificare ciò che si va a presentare ai lettori.

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  4. È un vero peccato quando un libro ha un grande potenziale e invece vieni deluso. Peccato davvero. Aveva anche un titolo particolare e interessante.

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  5. È sempre un peccato quando succede. Conosco diversi libri che hanno potenziale non sfruttato e finale frettoloso. Viene voglia di prendere una penna rossa e correggere

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