Recensione di “Dorothy deve morire”

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Autore: Danielle Paige, Isabella Polli (Traduttrice)

Casa editrice: HarperCollins

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Fantasy

Trama: “Non ho chiesto nulla di tutto ciò. Non ho mai voluto diventare un’eroina. Ma quando la tua vita viene spazzata via da un tornado – che porta via anche te – non hai altra scelta che adattarti, giusto? Certo, ho letto i libri, ho visto i film, conosco la canzone sull’arcobaleno. Ma non mi sarei mai aspettata che il paese di Oz fosse così: un posto in cui non ci si può fidare delle streghe buone e dove quelle cattive potrebbero rivelarsi buone. Un posto dove persino la strada di mattoni gialli si sta sgretolando. Cos’è successo?”.

Recensione:Letto in meno di due giorni, durante la festività di Halloween, “Dorothy deve morire” si presta benissimo allo spooky mood del periodo. Abbiamo a che fare con un retelling in chiave dark di una delle storie fantasy più famose di tutti i tempi ovvero “Il Mago di Oz”.

Cominciamo col dire che ho apprezzato molto la rivisitazione del classico: in questa storia tutto viene stravolto e capovolto; chi è buono diventa cattivo e chi, nella storia originale era il cattivo, ha delle valide motivazioni per voler vedere morta la simpatica e dolcissima ragazzina arrivata tempo addietro dal Kansas.

La nostra protagonista è un adolescente che vive anch’essa nel Kansas e che non se la passa tanto bene in famiglia. Come nelle migliori storie, anche lei desidera scappare lontano in un altro luogo eppure si pentirà amaramente di questa sua speranza.

Sicuramente lo stravolgimento dei personaggi più famosi della storia è la parte che ho apprezzato di più: sia nel look, sia nei comportamenti, questo libro racconta le vicende di un altro spaventapasseri, leone o uomo di latta. Scordiamoci i teneri e dolci amici di Dorothy per lasciare spazio a creature cattive e crudeli, capaci delle peggiori azioni.

Amy, la protagonista, dovrà trovare aiuto e conforto nelle streghe che un tempo furono sconfitte da Dorothy e abbracciare la causa che ha come scopo l’eliminazione della ormai superata eroina di Oz.

Il romanzo gioca tra una scrittura creepy e uno stile invece più moderno e fresco: difatti è un libro che si presta benissimo ad un pubblico più giovane, pur conservando atmosfere a volte cupe e scene un po’ più spaventose. Tuttavia a mio parere definirlo proprio Dark non è del tutto esatto; ci sono diversi episodi che si sarebbero prestati bene ad una scrittura più macabra e soprattutto più dettagliata. Il bello del creepy e del terrore è il potere immaginativo; se riesco a descrivere il pathos e l’ansia di alcune vicende, il gioco è fatto. In questo romanzo invece molti di questi episodi sono solo stati solo accennati o descritti frettolosamente, senza entrare in alcuni particolare. Difatti viene meno l’effetto macabro e tetro, ottenendo per cui solo una bozza blanda di terrore.

Se da una parte questo può essere un elemento di disturbo per molti (ecco perché poi mi sento di consigliarlo praticamente a chiunque ami i retelling, indipendentemente dalla sensibilità), per me che sono invece amante del dark sarebbe stata la giusta “ciliegina sulla torta” capace di rendere questo retelling uno dei più avvincenti letti finora.

Essendo il primo di una saga, ovviamente non mi sbilancio molto. Tutto è ancora in ballo e il gioco sicuramente si farà ancora più duro visto che Dorothy, per ora, non ha assolutamente nessuna intenzione di morire.