Recensione di “Dentro la sala degli specchi”

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Autore: Liv Strömquist, Samanta K. Milton Knowles (Traduttrice)

Casa editrice: Fandango Libri

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Graphic Novel, Società e Cultura

Trama: Perché la bellezza è ormai un dovere quotidiano, in particolare per le donne, un obbligo in ogni stagione della vita al quale nessuna può sottrarsi? Da dove nasce questa ossessione di offrire al mondo un’immagine di sé gradevole e “ritoccata”, a tratti persino ideale? Viviamo nel cosiddetto “impero delle immagini ” che influenza ogni ambito della vita. Dentro la sala degli specchi, Liv Strömquist analizza l’ideale contemporaneo di bellezza femminile legando a doppio filo il successo di Kylie Jenner, il racconto biblico di Giacobbe, Rachele e Lia, le ossessioni dell’imperatrice Sissi e l’ultimo celebre servizio fotografico di Marilyn Monroe.

Recensione: “Dentro la sala degli specchi” si presenta quasi come un “saggio a fumetti”, capace di trattare temi delicati e attuali, utilizzando un canale di comunicazione all’avanguardia e alla portata di tutti.

L’argomento principale di tutto il discorso è “l’ossessione per la bellezza” in particolare delle donne, dal passato ai giorni nostri, in tutte le stratificazioni sociali e in tutte le sue forme, più o meno palesi.

Sicuramente si evince che non solo le donne si focalizzano su questo tipo di problema ma sicuramente sono più invischiate in una pressione sociale che le porta a vivere maggiori aspettative e tensioni.

Il vivere all’interno di una cultura basata su canoni estetici, sul fatto che la donna possiede solo la bellezza come strumento di rivalsa e deve sfruttarla in ogni modo, non aiuta a vivere la propria corporalità nella maniera più tranquilla e naturale possibile. Inoltre gli standard e la moda del momento ci rimandano continuamente il “non essere adeguate” e “all’altezza del momento”; questo porta a voler cercare continuamente di raggiungere i suddetti standard inarrivabili.

È stato molto interessante percorrere insieme all’autrice l’excursus storico di questa “fissazione della bellezza” e vedere quali radici possiede, come si è radicata nelle diverse società e quali sfumature ha assunto nel corso di epoche ed eventi storici. Questo ci ha fatto comprendere che non è un problema solo del nostro presente ma che in realtà è insito nella nostra storia e ha avuto tutto il tempo di cristallizzarsi e di trovare forza in ogni elemento della nostra vita. Ieri era la moda di corte a definire chi e come eri; oggi sono i social a dirti cosa puoi o non puoi fare del tuo corpo.

L’autrice ormai ci ha abituat* al fatto che dentro le sue opere ritroviamo teorie psicologiche che nel corso degli anni hanno cercato di definire, affrontare e spiegare il fenomeno. Anche in questo caso, la fumettista ha voluto riportare le principali teorie, le varie confutazioni e i nuovi sviluppi in materia.

Quello che apprezzo sempre di questa scrittrice è la sua capacità di parlare di temi importanti e di aspetti scientifici attraverso il fumetto e la rappresentazione visiva dell’elemento processato. Difatti nei suoi scritti, non ritroviamo solo le tavole illustrate, bensì notiamo una cura e un’attenzione nella scelta di caratteri, colori, fonts e simboli. Tutto può essere utile e incisivo nel trasmettere un messaggio che deve avere una portata chiara ed efficace. Ogni elemento della graphic design è sfruttato in modo da trasferire un contenuto energico, penetrante ma al col tempo alla portata di tutti.

Ormai so che se leggo qualcosa di suo, vado a colpo sicuro e mi innamoro sempre di più della sua capacità comunicativa che riesce a marcare, come con un pennarello indelebile, contenuti di riflessione che mi stanno a cuore con una forza unica nel suo genere.

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5 Risposte a “Recensione di “Dentro la sala degli specchi””

  1. Io e le Graphic Novel non andiamo molto d’accordo, ma il tema è così importante che potrei benissimo sorvolare. Grazie mille per averne parlato. Lo metterò anche io in wishlist.

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  2. Questo è uno degli argomenti che mi interessano di più in questo periodo, ho già varie letture sul comodino che trattano di questo tema, non mi resta che aggiungere anche questa

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  3. Può cambiare l’epoca, ma ci sarà sempre chi stabilisce cosa è trendy e cosa no. Io sono per il detto che “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”.

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