Recensione di “Bad Habits”

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Autore: FlynnMeaney

Casa editrice: DeA Planeta

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: Narrativa per ragazzi

Trama:A diciassette anni le regole non possono che stare troppo strette. Stanno strette ad Alex, che detesta i genitori per averla rinchiusa in una bigotta scuola cattolica. E stanno strette a Mary Kate, dolcissima, ligia al dovere, devota, e soprattutto stanca di rimandare il sesso fino al matrimonio. Anche ad altri, al liceo St Mary, certe regole vanno troppo strette. Ma non tutti osano esporsi, quasi nessuno pensa di poter cambiare le cose. Di certo non lo pensa Alex, che come unico obiettivo ha quello di farsi espellere dal liceo dei bacchettoni, e tornare a una vita normale, senza suore e preti che scorrazzano nel giardino a ogni cambio d’ora. Ma quando Alex si rende conto che per attirare l’attenzione di suo padre non basta finire dal preside una volta alla settimana, decide per una strategia diversa. Quella della parola proibita. E qual è la cosa che spaventa di più gli insegnanti del liceo in cui l’hanno rinchiusa? La vagina. Gridare quellaparola. Alex intende far sentire la voce della vagina, certo, ma con stile. Con uno spettacolo teatrale colto e appropriato: I monologhi della vagina. A Mary Kate il piano di Alex sembra pessimo. Ad Alex il piano della vagina sembra geniale. Una cosa è certa, le regole stanno per cambiare.

Recensione: Bad Habits è arrivato come una ventata di aria fresca in un momento di pesantezza, di stanchezza e di difficoltà legate anche al periodo che stiamo vivendo. Per cui devo dire che primo fra tutti, devo riconoscere a questo libro la sua capacità di catturare l’attenzione del lettore con una scrittura fluida, semplice e molto diretta e l’intenzionalità di voler far sorridere pur parlando di temi importanti. Difatti lo stile è giovanile, comico per certi versi e riflessivo per altri. Nonostante possa sembrare una lettura “frivola” in realtà nasconde al suo interno temi molto importanti, che mi stanno a cuore e porta il lettore a ragionare su questi argomenti di attualità e su come si sono vissuti durante la propria adolescenza. Alex è la tipica adolescente etichettata come ribelle; colei che vuole scardinare le regole bigotte e antiche di una società che non è capace di stare ai passi col tempo e di accettare qualsiasi persona con le proprie tipicità. A volte, soprattutto all’inizio del racconto, la protagonista mi è risultata un po’ antipatica perché molte delle cose che fa in realtà non sono altruiste, bensì sono semplicemente molto personali ed egoiste. Dall’altra, poi ti rendi conto che è solo una ragazza molto giovane e che nonostante tutto, quello che fa può avere ripercussioni importanti anche nelle persone che le stanno attorno. Inoltre Alex capirà alla fine, quanto siano importanti gli amici che le sono vicino e quanto anche lei abbia da imparare dagli altri; lei stessa sarà la prima a superare i propri pregiudizi e non cadere più negli stereotipi che spesso l’hanno portata a giudicare male i suoi compagni di scuola. Nonostante si possano avere gusti, desideri e obiettivi diversi, si può sempre imparare qualcosa dal modo di affrontare la vita dell’altro, pur mantenendo le proprie differenze peculiari. Ho apprezzato anche l’ironia con cui si parla di femminismo: credo che questo libro sia accessibile a tutti proprio perché spoglia un tema così importante, di tutto quel velo di autorevolezza che possiede e ne conserva la serietà pur trattandolo in maniera fresca e genuina. I ragazzi con cui abbiamo a che fare, devono affrontare tutti i problemi come la diversità di genere, alle restrizioni sociali, ai tabù legati ad argomenti quali il sesso oppure il piacere in quanto tale. Grazie all’espediente che Alex escogiterà per attirare l’attenzione del proprio padre, in realtà, si ritroverà a lottare per i diritti che sente importanti e che vorrebbe vedere riconosciuti per tutti i ragazzi del proprio college. Non è semplice scendere a compromessi però a volte non le resta altro che fare questo per vincere una piccola battaglia in vista di una futura guerra finale.  Non manca la parte un po’ più romance che però non pesa in tutta la storia e invece dona quel pizzico di brio necessario, molto piacevole e per nulla disturbante. Ricapitolando, Bad Habits pur essendo un libro pensato per i ragazzi, mi sento di consigliarlo a tutti: nonostante la mia veneranda età di 36 anni, l’ho trovato originale, spassoso e soprattutto un ottimo spunto di riflessione sulla parità di genere e sul femminismo.

5+

9 Risposte a “Recensione di “Bad Habits””

  1. Adoro questa recensione 😍 spero davvero piaccia anche a me, il tuo entusiasmo mi ha catturato ancora di più 💖

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  2. È bello sia Chen la protagonista abbia avuto questa crescita, sia che tu abbia empatizzato con lei con il progredire della storia. Ma soprattutto che abbia spogliato un movimento per i diritti umani di quell’anno patina di irraggiungibilità

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  3. No vabbè ma veneranda età di 36 anche no eh?? Ebbene sì anche io che l’ho pure letto sono d’accordo che è senza età questo libro !!

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