Recensione de “La Fattoria degli Animali”

Se vuoi comprare il libro per supportare il mio lavoro ecco il link di affiliazione per AMAZON

Autore: George Orwell

Casa editrice: Club degli Audiolettori

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Racconto allegorico per ragazzi

Trama: Un racconto allegorico che narra la ribellione degli animali di una fattoria contro il proprietario, Jones. Guidati dal Vecchio Maggiore, un maiale saggio e anziano (rappresenta Lenin), riusciranno a conquistare la fattoria e a creare una società dove tutti sono uguali. Ma dopo pochi giorni il Vecchio Maggiore morirà e sarà sostituito da un altro maiale, l’opportunista e despota Napoleon (rappresenta Stalin), che prenderà il sopravvento su Palla di Neve, un maiale rivoluzionario e sincero (Trockij). Insomma, la massima del libro è: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Recensione: Scrivere una recensione su un libro di spessore come questo non è sicuramente facile. Diciamo che in queste poche righe che vi scriverò, vi parlerò di quello che ho apprezzato e di quello che questo libro ha suscitato in me. Cominciamo col dire che leggendo pochi classici, ho sempre snobbato questo titolo, considerandolo un po’ noioso. L’interesse per il mondo Orwell è nato con l’università e con la maggiore attenzione che ho prestato agli argomenti trattati e al peso delle sue riflessioni. Ovviamente non vi stresserò troppo con la storia e il significato legato a quest’opera; vi accenno solo che il libro venne pubblicato per la prima volta nel 1945 e che fondamentalmente ruota intorno all’evoluzione di una dittatura tra gli animali della fattoria, esaltandone ed esagerandone le caratteristiche più salienti. Principalmente fa riferimento a periodo della Rivoluzione Russa però potremo dire che alla fine vi si legge una rappresentazione di diversi momenti storici. Pur essendo scritto in forma fiabesca e per questo motivo catalogabile come lettura per ragazzi, La fattoria degli animali può essere letta a qualunque età e da chiunque: si presta a diversi livelli di interpretazione, adatti per ognuno e a mio parere acquisisce significati diversi se letto più volte in diversi momenti della propria vita. Lo stile di scrittura di Orwell è ipnotico; sarà che ho ascoltato l’audiolibro e la voce della Francesca Martinelli è davvero eccezionale, sarà che Orwell sa catturarti come pochi. Capace di render tutto più vivido, utilizza parole descrittive cariche, intense e pungenti. Nulla è lasciato al caso e alcune volte segue un crescendo di intensità mirato a coinvolger sempre più il lettore in un’emotività che deve travolgere e deve impregnare l’animo. Vuole insidiare il ragionamento, sradicare preconcetti, elevare il pensiero e attivare le menti di chi legge. Orwell non si ferma a raccontare; va oltre! Sviscera l’analisi in ogni suo minimo dettaglio, elabora riflessioni profonde che ti portano a porti domande anche sulla realtà odierna e a mio parere rende accessibile a chiunque quello che è il suo pensiero e la sua critica. Con La fattoria degli animali, tutti possono capire cosa si intenda per dittatura, cosa voglia dire vedere calpestati i propri diritti e tutti possono afferrare come molte cose descritte in quelle pagine, le si possa ritrovare al giorno d’oggi. I personaggi, pur essendo animali, sono talmente ben caratterizzati che il paragone animale-uomo è naturale come se leggessimo una storia con protagonisti umani; è talmente bravo nel tratteggiare l’aspetto psicologico di ognuno da renderli indimenticabili e facilmente paragonabili a certe tipologie di persone ben mirate. Il concetto fondamentale di tutta la storia è quello di Rivoluzione: il cambiamento è possibile attraverso una presa di coscienza e un movimento delle masse; allo stesso tempo però, rappresenterà l’inizio di un ulteriore declino e l’evoluzione del concetto di eguaglianza iniziale: ecco che lo slogan “Tutti gli animali sono uguali” diventa “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni lo sono più degli altri”. Difatti nella fattoria, così come era stato per la Rivoluzione Russa e per lo stesso Orwell, la rivolta nascerà sulla base di principi che poi verranno persi e traditi col passare del tempo e con la presa di potere di una nuova classe dirigente. L’autore infatti mette in quest’opera tutta la sua delusione e il suo rammarico per aver vissuto come tradimento, l’abbandono dei principi della Rivoluzione stessa. Davvero di forte impatto la tragicità della fine del racconto, in cui la disfatta preannunciata sarà irrimediabilmente fatalista. Sicuramente uno spaccato di storia che, pur essendo diversa dalla nostra, richiama a molti punti in comune. Ho apprezzato la straordinaria capacità metaforica di Orwell e mi sono divertita a cercare similitudini, arrabbiandomi e infastidendomi per alcuni aspetti davvero palesi e purtroppo difficili da scardinare. Non starò a svelarveli, piuttosto lascio a voi il piacere di scoprirli e di analizzarli.

9+

11 Risposte a “Recensione de “La Fattoria degli Animali””

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.