Recensione “Cuori Vuoti”

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Autore: Juli Zeh

Casa editrice: Fazi Editore

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: Distopico, Thriller politico

Trama: Germania, 2025: un futuro prossimo ancora più incerto del presente. In un’epoca post Trump, Brexit e Frexit, il paese è sconvolto da una crisi finanziaria globale, da migrazioni di massa e dal trionfo di un movimento ultrapopulista che è salito al governo. Disillusi e pragmatici, Britta e il socio Babak si sono affermati con successo: insieme hanno fondato uno studio di counseling alternativo, il Ponte, che li ha resi ricchi. Fortunatamente, nessuno sa bene cosa ci sia sotto: dietro un’apparente normalità, Britta e Babak tentano di intercettare soggetti inclini al suicidio grazie a un algoritmo e, ai più determinati, offrono la possibilità di morire per una giusta causa con azioni eclatanti ma programmate in modo quasi chirurgico. Le cose vanno a gonfie vele – fra i clienti del Ponte c’è anche l’ISIS – e Britta si pregia del fatto che, grazie al suo studio, ha messo fine all’anarchia terroristica. Fino a un misterioso attentato all’aeroporto di Lipsia: quando il Ponte intravede la minaccia di una concorrenza pericolosa, Britta fa tutto il possibile per eliminare gli sconosciuti avversari. Ma li ha sottovalutati. Romanzo distopico e al tempo stesso thriller politico, “Cuori vuoti” esamina questioni urgenti dipingendo lo scenario inquietante di una società totalmente votata all’efficienza e in cui l’empatia non è contemplata.

Recensione: Avevo proprio bisogno di un distopico che mi catturasse e che mi facesse riflettere; in Cuori Vuoti ho trovato questo e molto altro ancora. La trama di questo romanzo è davvero originale: non siamo tanto lontani dal nostro periodo storico e ciò di cui scrive la Zeh sembra essere quasi una conseguenza realistica del percorso ormai intrapreso dalla nostra società odierna. Nonostante ancora alcuni elementi di questa storia possano far storcere il naso ai più sensibili, io credo che la storia di questo libro possa dare davvero un quadro spaventoso di quali possano essere le conseguenze della politica e dell’insensibilità che ormai dilaga nella nostra quotidianità. La penna della Zeh è seducente, ammaliante e spiazzante. É riuscita perfettamente a trasmettere l’anestetica incapacità dei protagonisti di provare empatia per il prossimo, di dimostrare affetti e di immedesimarsi negli altri. Questo libro è l’emblema di un’umanità ormai povera di sensibilità e di voglia di cambiare qualcosa. L’uomo si lascia trascinare dagli eventi, non prende decisioni in merito al proprio governo e lascia che pochi altri decidano per lui; nel suo piccolo nido famigliare però evita di parlare di tutto ciò perché altrimenti comporterebbe una messa in discussione del proprio atteggiamento e perché nonostante non vi sia accordo con quello che sta succedendo, si preferisce non prendere posizione. Cosa vi ricorda? A me ricorda tremendamente il momento che stiamo vivendo e tutto ciò mi fa paura perché viste le cose raccontate in questo libro, la prospettiva futura non è sicuramente delle migliori. La protagonista parla di un “vuoto” presente in ognuno di noi; credo che con questa parola (che ovviamente viene ripresa dal titolo e da un senso a quest’ultimo) sia racchiuso tutto il messaggio di questo libro: siamo ormai persone vuote che non hanno capito con cosa riempire quel vuoto e dal quale, per cui, non riusciranno mai a liberarsi. Un Distopico che ho sentito sulla mia pelle, che va letto per esser vissuto e per allontanarlo da sé; un libro scritto magistralmente, agghiacciante per certi versi e premonitore nella peggiore delle ipotesi. Consiglio vivamente la lettura di Cuori Vuoti, per cercare almeno un po’ di scuotere le coscienze ancora anestetizzate da tutta questa insensibilità diffusa.

2+

6 Risposte a “Recensione “Cuori Vuoti””

  1. Nei distopici si parla spesso di mancanza di emozioni, mi piace molto questo tema trattato come una degenerazione della società. Sicuramente un libro che leggerò

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  2. Mi piacciono molto i distopici proprio per la loro capacità di portare a riflessioni su temi importanti, la mancanza di empatia e di emozioni in genere, è una cosa che stiamo già vivendo. Credo che l’ambientazione non troppo lontana spinga sia ancora più spiazzante, è un libro che leggerei volentieri

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  3. Mi hai convinta dalla prima frase che hai scritto su cosa ne pensi, i distonici, quando fanno riflettere, sono un toccasana!

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