Recensione di “Nevernight. I Grandi Giochi”


Se vuoi comprare il libro per supportare il mio lavoro ecco il link di affiliazione per AMAZON

Autore: Jay Kristoff

Casa editrice: Mondadori Oscarvault

Anno di pubblicazione: 2019

Genere: Fantasy

Trama: Mia Corvere, distruttrice di imperi, ha trovato il suo posto tra le Lame di Nostra Signora del benedetto omicidio, ma sono in tanti all’interno della Chiesa Rossa a pensare che non se lo meriti. La sua posizione è fragile, e non si sta affatto avvicinando alla vendetta cui agogna. Ma dopo uno scontro letale con un vecchio nemico, Mia inizia a sospettare quali siano i veri moventi della Chiesa Rossa. Al termine dei grandi giochi di Godsgrave, Mia tradisce la Chiesa e si vende come schiava per avere la possibilità di mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Sulle sabbie dell’arena, Mia trova nuovi alleati, feroci rivali e domande ancora più incalzanti sulla sua affinità con le ombre.

Recensione: Partiamo col dire che sono contenta di aver letto questo secondo volume lontano dal boom dell’uscita perché ero stufa di vedere in giro critiche tutte uguali, una la copia dell’altra che non mi permettevano di avere nessun nuovo spunto di riflessione. Tutto tutto ciò che veniva criticato, io lo apprezzavo e lo ritenevo un aspetto positivo del libro. Molti lo definiscono come un insieme di molte altre storie; io mi chiedo se sia un problema il suo aver preso ispirazione da altri racconti. Ho letto altri libri ispirati a storie diverse eppure non ci ho mai visto niente di sbagliato. Se l’autore è capace di prendere questi elementi e trasformarli in qualcosa di ben scritto e originale, non vedo quale sia il problema. Ora però veniamo a noi e alla recensione. Avevo letto il primo in anteprima grazie alla Oscarvault e mi ero innamorata della protagonista, della scrittura dura e rude di Kristoff e delle ambientazioni. Questo secondo volume non mi ha assolutamente deluso. Come sempre cercherò di parlarvene senza entrare nel dettaglio, per evitare di farvi spoiler. Qui ci ritroviamo ad avere a che fare con la sua stupenda scrittura. Adoro il modo in cui scrive quest’uomo: mi piace il suo essere così dissacrante, scurrile e sarcastico allo stesso tempo. A mio parere, se un libro parla di combattimenti oppure di scene di sesso, lo deve fare nella maniera più realistica possibile. Questo scrittore ci riesce alla perfezione, non tralasciando nessun particolare seppur impressionante e violento. Il linguaggio poi è sempre quello che abbiamo imparato a conoscere (e ad amare, nel mio caso), ovvero quello maleducato e diretto che ovviamente si adatta perfettamente ai personaggi descritti nella storia. Inoltre, come già detto per il primo volume, le descrizioni sono evocative e ricche di particolari. I personaggi, gli ambienti e le vicissitudini sono descritti in maniera magistrale. È come tornare in un luogo conosciuto per ritrovare amici che avevamo lasciato tempo addietro. Kristoff ha la capacità di rendere vivide le scene descritte e di definire in maniera esaustiva ciò che sta avvenendo durante il racconto. In questo secondo volume cambiamo però world building principale; non ci troviamo più nella scuola di assassini ma avremo a che fare con i “grandi giochi”, molto simili ai giochi romani nelle arene. Altra ambientazione, secondo me, degna di nota, resa ancora più affascinante e attrattiva grazie alla maestria della suo stile narrativo. Mia, la protagonista, risulta essere ancora quella tenace e determinata conosciuta in “Mai Dimenticare”. Si delinea ancora di più la sua personalità e vedremo come, oltre ad avere sempre in mente il suo obiettivo, sia capace di vivere tutta l’emotività dei momenti. Ad esempio, questo è uno degli aspetti criticati al suo personaggio da molti lettori; mi chiedo cosa ci sia di sbagliato nel suo essere così decisa e calcolatrice, ma allo stesso tempo anche capace di provare empatia e di affezionarsi ad altri, prendendo decisioni che spesso la allontanano dalla metà ma che sono il frutto delle relazioni che instaura strada facendo. Mia è donna, è umana e sopratutto è emotiva. Difatti si fa sempre accompagnare dai suoi due fedelissimi Messer Cortese e Eclissi che si nutrono di tutte le sue paure. Questi due “animali guida”, per me, rappresentano proprio questo aspetto. Niente può essere più umana della paura e Mia deve fare in modo che i suoi ospiti la divorino in modo che questa non divori lei. Ho apprezzato anche la dualità della protagonista: questo suo essere sempre in bilico tra due aspetti, due scelte, due facce di sé stessa, ha rafforzato ancora di più la mia idea di umanizzazione di Mia, incarnando quella parte così irrazionale e primordiale che è nascosta in ognuno di noi e che cerca di trovare una parvenza di ordine. Resta comunque una ragazza che, accecata dalla vendetta, sta scoprendo poco alla volta chi sia realmente, tenendo a bada la sua istintività e venendo spesso a patti con sé stessa. Altro aspetto interessante di questo secondo volume sono sicuramente i nuovi personaggi. Incontriamo alcuni già conosciuti nel primo libro però ne conosciamo molti di nuovi. Kristoff, con l’avanzare della storia, sembra migliorare ancora di più con la capacità di descrivere le personalità dei personaggi, anche se secondari. Ognuno di loro viene esplorato nella propria psicologia e nel proprio vissuto, in modo da dare al lettore di avere un’idea ben precisa e un’immagine fotografata. In “I grandi giochi” poi c’è molta più azione; amanti della lettura qui si combatte e lo si fa sul serio, in diverse occasioni e con una foga inaudita! Gli scontri e le battaglie sono descritti in maniera sublime, ricche di dettagli e di particolari succulenti; per gli amanti del genere, sono una vera manna dal cielo. Oltretutto veniamo informati anche noi di altri tasselli della storia passata che nel primo libro non erano stati svelati e che ci permetteranno, insieme a Mia, di capire cosa sia successo prima della morte della famiglia Corvere. Il libro termina con un colpo di scena che ti invoglia subito a leggere il terzo volume, sopratutto per chi come me si era affezionato ad un personaggio in particolare. Non mi stancherò mai di consigliare questa saga. So che non è per tutti; c’è chi si scandalizza, chi non riesce a sopportare il troppo sangue e chi invece non ama i fantasy con una vena un po’ dark come questo. Se questi sono i motivi che vi tengono lontano da Nevernight posso capirvi ma se lo fate semplicemente perché date ascolto a chi lo critica scopiazzando le lamentele di altri, dategli una possibilità. Vi saprà conquistare come ha conquistato me.

0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.