Recensione di “The Black Holes”

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Autore: Borja González

Casa editrice: Mondadori Oscarvault

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Narrativa a fumetti

Trama: Nella meraviglia onirica di una palette cromatica inconfondibile, due storie parallele si intrecciano e inseguono in un racconto di sogni e desideri giovanili. 1856: Teresa, giovane aristocratica, è più interessata a scrivere poesie horror d’avanguardia che a fare un buon matrimonio. 2016: tre adolescenti stanno mettendo su un gruppo punk chiamato Le Black Holes. Hanno tutto ciò che serve: look, grinta, istinto… e una totale mancanza di talento musicale. Non appena iniziano a provare, però, strani eventi si manifestano. Il loro mondo e quello di Teresa collidono, e le tre ragazze vengono inseguite dall’eco di qualcosa che è successo 160 anni prima.

Recensione: Diciamo che ho fatto un vero e proprio salto: dal non leggere nessuna graphic novel a leggerne una al mese (e volerne leggere di più). Questo anche grazie alla Oscarvault che mi sta dando la possibilità di leggerne alcune in anteprima di cui mi sono letteralmente innamorata. Ebbene si, “The Black Holes” ha fatto breccia nel mio cuore pur essendo tutt’altro che di facile interpretazione. Cominciamo dalla storia: credo che questa graphic novel non possa essere spiegata perché a mio parere è a libera interpretazione. Ogni persona credo possa vederci quello che vuole al suo interno e sopratutto dare la propria spiegazione agli eventi che vengono narrati. Io posso dire di aver adorato il legame tra passato e presente in una sorta di continuo loop temporale. Mi ha dato l’idea di come gli eventi possano in qualche modo avere un effetto che va oltre il tempo e lo spazio, in una sorta di passaggio tra universi paralleli rappresentati da una sequenza temporale interminabile e ripetitiva (e con questo do il via al mio vaneggiamento). Mi ha ricordato molto l’effetto farfalla: un semplice movimento di molecole d’aria generato dallo sbattere delle ali, può causare una catena di movimenti di molecole fino a scatenare un uragano, magari a migliaia chilometri di distanza. Qui questo effetto sembra propagarsi nelle sequenza temporali, in un concatenarsi di azioni-reazioni. Altro aspetto interessante a mio parere è stato il richiamo al “sogno nel sogno”. Tutta la graphic novel è velata da un’atmosfera onirica capace di lasciare il lettore in uno stato confusionale, al limite di un’allucinazione poetica. Parliamo poi dei disegni e dei colori. Ho amato lo stile minimal, il tratto leggero e delicato e il movimento soave dei personaggi. Quasi come nei film di Tim Burton, i protagonisti sono anime narranti ed erranti, capaci di comunicare e trasmettere emotività pur non avendo i volti definiti. Tutti questi elementi rendono ancora più onirica e fantastica l’intera opera. Inoltre i colori così pieni (tendenti al rosso, nero e verde smeraldo) sono caratterizzanti, capaci di dare ulteriore personalità all’opera rendendola unica nel suo genere. Ho apprezzato anche come sono emersi alcuni temi predominanti: la fantasia come ricerca di via di fuga, il bisogno di appartenenza nell’età adolescenziale e le difficoltà nel sentirsi individui singoli e allo stesso tempo parte di un tutto. Anche la ricerca di una propria identità e la sperimentazione di diversi elementi al fine di trovare quello a cui sentiamo di appartenere di più. I dialoghi sono semplici, essenziali e mai superflui. Poche parole per insidiare nel lettore il seme della riflessione e per accompagnarlo in un viaggio temporale-spaziale misterioso e sognante.

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14 Risposte a “Recensione di “The Black Holes””

  1. Che bella la tua recensione di questa Graphic novel ? sempre bello vedere come ognuno di noi interpreta questa opera

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