Recensione di “Sul Viale delle Ombre”

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Autore: Enrico Scebba

Casa editrice: Independently published

Anno di pubblicazione: 2019

Genere: Giallo storico

Trama: Il principe di Villa Phalagon, Sebastian Groove, è affetto da una malattia misteriosa così la moglie Margaret decide di rivolgersi al dottor Steven West, specializzato in infettivologia. L’uomo si recherà all’antica villa del principe accompagnato dall’attraente sorella Katie senza sapere che a Baghville, il piccolo borgo in cui sorge la villa, i tanti segreti e le misteriose leggende rendono il paese un luogo poco ospitale, dove gli abitanti subiscono l’effetto di una potente maledizione che minaccia la loro esistenza. I West conosceranno l’intera famiglia Groove, ma non sarà facile per loro scoprire cosa cela la villa che in paese è stata soprannominata “villa dei mostri”. Molti sono i quesiti che Steven e Katie dovranno porsi. Cosa nasconde Margaret Groove? Perché il figlio Albert sembra l’unico disposto ad aiutarli? Da cosa è affetto realmente il principe di Phalagon? Ma soprattutto, perché tutti i cittadini e persino il parroco del paese temono l’antica villa?

Recensione: Incuriosita dalle belle recensioni e dall’ottimismo di altre bookstagrammer, mi sono lasciata attrarre dalla trama di “Sul viale delle ombre”, primo volume di una saga dai toni mistery e gialli. Ho sicuramente fatto la scelta giusta perché questo libro ha saputo conquistarmi, rivelandosi una lettura perfetta per il periodo e pienamente nelle mie corde. Andando per ordine, comincerei con il parlare della penna di Enrico. Lo scrittore ha una buonissima capacità evocativa e descrittiva: perfetta per questa storia, la sua penna è risultata essere ammaliante e allo stesso tempo lineare, perché in sintonia con il genere. Quando scrivi gialli, devi esser capace di disseminare “qua e la” indizi non troppo evidenti ma allo stesso tempo, bravo ad accompagnare il lettore in una risoluzione che solo alla fine si deve rivelare in tutta la sua forma. L’autore è stato in gamba nel farlo, introducendo elementi importanti ai fini della trama, poco alla volta, senza appesantire la storia e rendendo il tutto ancora più intricato. Un punto sicuramente a favore di questo libro è la sua ambientazione: contesto storico e world building affascinanti sono gli elementi cardini della storia. Enrico ha descritto un tipico paesino di provincia del 1913, fortemente influenzato da superstizioni e da antiche credenze, donando ai suoi abitanti questo alone enigmatico che li rendeva tutti interessanti agli occhi del lettore. Inoltre la villa del Principe, finemente descritta, è un tripudio di occulto, segreti e spettralità perfetta per rendere la storia ancora più oscura. I personaggi sono a mio parere ben studiati: i fratelli Steven e Katie sono il risultato di una società che ancora stigmatizza il diverso e che non riesce ad accettare la diversità come valore aggiunto; ciò che non rientra nei canoni prestabiliti, deve essere per forza l’origine dell’errore. Soprattutto Katie che a mio parere, è stata enfatizzata maggiormente da parte dell’autore proprio per mettere in rilievo questo aspetto bigotto e giudicante. Solo la risoluzione di tutto porterà alcuni personaggi a ricredersi su questo e a smettere di etichettare le persone sulla base del superfluo. La difficoltà e la sofferenza di chi invece viene etichettato, è messa in risalto poco alla volta in modo da accompagnare il lettore ad una presa di consapevolezza maggiore graduale e soprattutto sentita. In questo aspetto mi ha ricordato molto il messaggio di Frankenstein e il suo modo di approcciarsi a tematiche quali l’accettazione e la comprensione. Questo è un libro dalle forti tinte gotiche capace di catturare l’attenzione fino alla fine; una storia che attraverso il mistero, ha qualcosa da insegnare e che a fine lettura, lascia spazio per le riflessioni. Per mio gusto personale avrei preferito estrapolare la morale solo attraverso la lettura, pagina dopo pagina, senza vederla poi espressa apertamente a fine volume attraverso il dialogo di due protagonisti. Ciò non toglie che sicuramente oltre ad essere una storia che cattura, il libro di Enrico sia anche una storia che ha qualcosa di importante da trasmettere.

7+

14 Risposte a “Recensione di “Sul Viale delle Ombre””

  1. Sembra un giallo ben strutturato, mi piace poi quando al filone principale si mescolano altre tematiche importanti come la lotta ai pregiudizi

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  2. Ti ringrazio per aver letto il mio romanzo d’esordio, ma soprattutto per questa bellissima e completa recensione gli hai dedicato. Si nota che ti è piaciuto tantissimo e ne sono davvero felice. È sempre un’emozione leggere della propria opera! Grazie ancora!

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