Recensione di “Meadow City”

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Autore: Bepi Vigna

Casa editrice: Resh Stories

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Western

Trama: Non vi era nessuno nella main street: neppure un carro che scendesse verso il fiume o un ragazzo che andasse a scuola. Non c’erano neanche i vecchi seduti sotto la tettoia dell’emporio.La gente stava nelle proprie case e attendeva che accadesse qualcosa. Perché qualcosa sarebbe accaduto, questo era certo”.Tra storia e leggenda, un asciutto dramma dal sapore shakespeariano, sullo sfondo del selvaggio West.

Recensione: Quando la Resh Stories mi ha proposto questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi. In fondo nella mia vita avevo letto forse un solo libro simil Western e nella quarta di copertina di Meadow City non c’era spiegato granché. Per cui mi ci sono proprio buttata ad occhi chiusi fidandomi di una casa editrice che non mi ha mai deluso. Devo dire che ho fatto benissimo perché questo brevissimo romanzo mi ha stupita in positivo. Partiamo dal presupposto che l’autore ci avvisa che questo romanzo è il frutto di una ricerca storica assidua e meticolosa. In 116 pagine poteva risultare estremamente difficile far conciliare narrazione e informazioni storiche; eppure Vigna riesce perfettamente nel suo intento. Non sono crea la cornice giusta e veritiera nel quale inserire la sua storia ma riesce anche a renderla realistica, incastrandola alla perfezioni con avvenimenti accaduti e intrecciati tra di loro. In pochi pagine, a mio parere, c’è un lavoro di regia (il riferimento non è casuale) magistrale e niente stona agli occhi del lettore. Veniamo alla storia in sé: dopo una parte introduttiva iniziale che contestualizza la nascita di una cittadina particolare come Meadow, senza Chiesa ma con un Saloon, l’autore segue le vicende del Marshall Jonny alle prese con un caso di omicidio che lo coinvolgerà in una spirale di eventi violenti. Allo stesso tempo, il nostro protagonista conoscerà una donna che metterà in discussione tutti i suoi principi. La scrittura è scorrevole, coinvolgente e per nulla scontata. A volte mi è sembrato quasi di vedere le vicende, come in uno di quei film vecchi, con la musica di Morricone in sottofondo ma con meno indiani stereotipati e più veridicità negli avvenimenti che hanno caratterizzato la corsa al vecchio West. Poteva essere più lungo? Manca di qualcosa che poteva esser sviluppato meglio? Pecca di descrizione psicologica dei personaggi? No, no e no! Per me, il racconto è giusto così, non manca di nulla e si sviluppa perfettamente e in maniera logica, pur avendo davvero poche pagine a disposizione. I personaggi, dai principali ai secondari, sono caratterizzati bene grazie anche a riflessioni e flash back capaci di raccontarci aneddoti passati della vita di ognuno. Credo infine che ci voglia davvero molta bravura nel riuscire a creare un racconto degno di nota e capace di catturare l’attenzione in così poco spazio, così ben caratterizzato e ben contestualizzato. Tanto di cappello a Vigna.

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