Recensione di “L’orso e L’usignolo”

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Autore: Katherine Arden

Casa editrice: Fanucci

Anno di pubblicazione: 2019

Genere: Fantasy

Trama: In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l’inverno dura la maggior parte dell’anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alësa non importa, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco, ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell’inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma non lei. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, lei può “vedere” e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell’intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l’unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l’Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell’incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy. Una storia dal sapore antico sull’eterna lotta tra il Bene e il Male.

Recensione: Vi capita mai di sentire che una lettura vi chiami dalla vostra libreria? Sentite mai il bisogno di fare una lettura, in un particolare momento e in un mood preciso? Questo è quello che è capitato a me con L’Orso e L’Usignolo; una lettura perfetta per il Natale, per il freddo invernale e soprattutto per la nevicata di questi ultimi giorni. L’Orso e l’Usignolo è un fantasy dalle forti tinte fiabesche, capace di richiamare ai racconti popolari e alle tradizioni Russe con una narrativa melodica e avvolgente, che ti culla e ti accompagna fino all’epilogo della storia. Mi sono innamorata dello stile dell’autrice. Capace di farci immergere nel mondo da lei descritto fino a renderci partecipi della storia stessa. Impossibile staccarsi dalle pagine, dove rimarrete incollati, momento dopo momento e ammaliati dal potere evocativo e mistico della sua penna. Una penna che cresce piano piano di intensità, che inizialmente accenna al mondo di cui poi faremo parte e poco dopo aumenta in un crescendo di intensità e di capacità descrittiva e suggestiva. Il mondo della Arden è in mondo a tratti incantevole, fatto di boschi innevati, di animali selvaggi e di fuochi intorno ai quali raccontare storie. Allo stesso tempo però è anche quello di demoni, di paura e morte e di buio al quale non si ritorna più indietro. La sua bravura sta anche nel riuscire a creare un contesto fatto di eventi, di storie popolari e di tradizioni che rendono vivido l’ambiente in cui si svolge la nostra storia. I personaggi poi a mio parere sono diversi da tutti quelli che fino ad ora abbiamo visto: la nostra protagonista Vasilisa non è la solita bella inconsapevole di esserlo; bensì viene descritta come neanche troppo bella ma con un’aurea di fascino dovuta soprattutto alla sua caparbietà, alla sua ricerca di libertà e dalla sua tenacia nel voler vivere la propria vita come preferisce, svincolata da canoni sociali e da restrizioni dovute al suo genere o al ruolo affidatole. Capite bene che ho amato questo romanzo anche per questo preciso motivo: la società descritta dalla Arden, è una società patriarcale, fortemente maschilista e strettamente vincolante per le donne, relegate al semplice ruolo di mogli e genitrici. Vasilisa rompe gli schemi, spezza le catene e si ribella a tutti, compresa famiglia, quando viene definita strega perché capace di proteggere il proprio popolo dall’attacco di creature pericolose e potenti. Affascinante il personaggio dei Re dell’inverno che impareremo a conoscere poco alla volta e che non verrà svelato completamente in questo volume (ecco la mia bramosia nel voler leggere il secondo!). Oltretutto il cattivo della storia, stavolta lo potremo definire un VERO cattivo, di quelli che sogni la notte e popola gli incubi dei bambini per cibarsi delle loro paure. Il nemico può esistere come no, però sicuramente è la rappresentazione di tutte le paure e di tutta la negatività di cui l’uomo spesso si circonda. Altro personaggio di spessore è il prete del paese che a mio parere incarna gli errori della Chiesa cattolica che nella sua espansione e distruzione di credenze diverse, ha alimentato in particolare modo la visione negativa del femminile e la relegazione della donna a ruoli secondari e frustranti. Interessante anche la predominanza di animali e la capacità di renderli parte integrante della storia, non solo come animali guida oppure come spalle dei protagonisti: si percepirà tutto il loro potere e l’importanza che questi hanno sempre avuto nelle tradizioni e nelle storie popolari. E quindi, vi starete chiedendo: chi sono Orso e Usignolo? Non vi svelo nulla e ve lo lascio scoprire da soli. Immergetevi nei boschi ricoperti di neve dell’estrema Russia, rabbrividite al sentire l’ululato dei lupi, lasciatevi cullare dal soffiare del vento d’inverno e riscaldatevi davanti al focolare mentre qualcuno vi racconta una leggenda: se credete che piccoli gnomi, fate, demoni e creature magiche in qualche modo esistano, questa storia farà per voi, vi catturerà e vi rapirà come è riuscita ad incantare me.

5+

6 Risposte a “Recensione di “L’orso e L’usignolo””

  1. Questo genere di libro mi entusiasma e mi emoziona, penso che tocchino certe mie corde dell’infanzia e si attorcigliano ai classici russi della mia adolescenza . ❤️❤️

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  2. Recensione veramente ottima complimenti! Mi hai incuriosito pur avendo già una grandissima curiosità per quanto riguarda questa trilogia 🥰❤️

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  3. Recensione veramente ottima complimenti! Mi hai incuriosito pur avendo già una grandissima curiosità per quanto riguarda questa trilogia 🥰❤️

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