Recensione di “La risalita di Colapesce”

Se vuoi comprare il libro per supportare il mio lavoro ecco il link di affiliazione per AMAZON:

Autore: Giuseppe Staiti

Casa editrice: La Feluca Edizioni

Anno di pubblicazione: 2019

Genere: Miti e racconti

Trama: Quante volte abbiamo sentito raccontare la storia di Colapesce? Delle meraviglie che scoprì in fondo al mare e della sua scelta eroica di rimanere sott’acqua a sostenere la Sicilia sulle proprie spalle, salvando l’isola dall’inabissamento. Ma cosa accadrebbe se Cola un giorno tornasse in superficie? Smettendo, suo malgrado, di sostenere l’ultima delle tre colonne che sorreggono l’isola.
Preparatevi a seguire Cola nella sua risalita alla terraferma, in una terra distopica e devastata, in cui i miti e le leggende siciliane sono i protagonisti, fra cantastorie rivoluzionari e Beati Paoli assassini, tutti alla ricerca del loro posto e della loro storia da vivere.

Siamo tutti corsi d’acqua, nasciamo alla fonte e moriamo alla foce, evaporiamo e ricominciamo, passando per il cammino più facile che ci è possibile, chiusi negli argini della nostra individualità. raramente confluiamo gli uni negli altri e a quel punto chi può dire cosa resta dell’uno e cosa ne è dell’altro? E com’è bello questo perdersi!”

Recensione: Era la prima volta che mi approcciavo ad una lettura dedicata ai miti e alle leggende di una regione italiana che non fosse la mia Sardegna. Con la Sicilia condividiamo l’attaccamento alle tradizioni e una varietà di racconti tramandati di generazione in generazione. Sono per cui rimasta affascinata dalla storia di Colapesce che sicuramente per i siculi deve essere un personaggio conosciuto, mentre per me era la prima volta che lo sentivo nominare. Il racconto è un po’ un sequel della storia originale, perché affronta la risalita di Colapesce nel mondo della terraferma e delle avventure che ne derivano. Partiamo dallo stile dello scrittore. Devo dire che lo stile ricercato e a tratti aulico spesso mi hanno creato problemi nella comprensione del testo. Essendo un racconto forse avrei preferito una modalità di scrittura più semplice e discorsiva. Ho apprezzato molto invece la vena comica e satirica del racconto. I personaggi sono particolari come quelli di un qualsiasi altro mito. Il protagonista, Colapesce, è in alcuni tratti coraggioso, in altri incosciente. Vive tra uno storico e un presente, non riuscendo a capire bene quale sia il suo ruolo in questo mondo e un questo spazio temporale. Il viaggio che percorrerà e tutti i personaggi che incontrerà lo aiuteranno a definire quello che è stato il suo passato e quello che sarà invece il suo destino. La figura che sicuramente ho apprezzato di più è stata quella del cavallo Tifeo: ho trovato esilarante il suo ruolo di “spalla” e le sue battute simpatiche ma a volte anche profonde. Devo dire che per così poche pagine i personaggi incontrati sono davvero tanti; per fortuna al termine del libro c’è una sorta di legenda che ti permette di conoscere qualcosa di più di ognuno. Difatti, secondo me, la storia richiedeva un numero maggiore di pagine, in modo da dare più spazio ad ogni personaggio e alla loro psicologia. L’ambiente descritto è quello di una Sicilia a volte mistica, altre rude e forte come quella dei pescatori e della vita di mare. Le descrizioni che ne fa l’autore richiamano ad un’atmosfera sospesa tra la bellezza mediterranea e il fascino distopico. Gli eventi che si susseguono avvengono in pochissimo tempo e con una velocità disarmante. Sono molte le avventure che Colapesce dovrà affrontare e spesso si svolgono talmente velocemente che ho avuto qualche difficoltà a stare dietro agli eventi. Anche per questo avrei preferito una lunghezza maggiore del racconto. Sicuramente sono contenta di averlo letto perché ho arricchito la mia conoscenza dei miti, in particolare modo quelli Italiani. Un racconto che si legge tutto di un fiato e che ti catapulta in un mondo fatto di figure mitologiche, di personaggi ambigui e di eroi che tutto sembrano, fuorché eroi veri. Niente è come sembra e nessuno ha una sola faccia: tutti abbiamo maschere e un passato che ci influenza. Inoltre mi piace il messaggio che passa; siamo convinti di essere destinati a qualcosa, invece ci rendiamo conto che la vita è composta di scelte e anche quello che ci sembra “Fato”, in realtà è composto da piccole decisioni. Una volta che prendiamo atto di ciò, siamo più consapevoli e più padroni della nostra vita.Un libro che mi sento di consigliare agli amanti del genere e a coloro che prediligono i racconti ai romanzi, in particolare a coloro che vogliono farsi una cultura di storie dedicate alle nostre regioni

0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.