Recensione di “Il soldato perduto”

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Autore: Gilles Marchand (Autore), Sonia Folin (Traduttrice)

Casa editrice: Neri Pozza

Anno di pubblicazione: 2023

Genere: Storia, Narrativa

Trama: 1925, Parigi. Quando l’uomo entra nel ristorante, il maître col monocolo fissa con sospetto la sua camicia mal stirata, la giacca con le toppe ai gomiti da cui spunta una mano sola, le scarpe lucidate ma col fango sotto la suola. Chi ha combattuto si porta la guerra addosso, sotto la pelle, per sempre. Ed è stata una guerra feroce, tremendissima, quella che a lui ha strappato una mano, alle famiglie ha strappato padri, fratelli, figli. C’è una donna che lo attende seduta al tavolo con una questione urgente da sottoporgli: suo figlio non è mai tornato dal fronte e, sebbene siano trascorsi nove anni dalla battaglia di Verdun, Madame Joplain è graniticamente certa che Émile sia ancora vivo. L’uomo riconosce il lampo di folle speranza negli occhi di chi ha perso qualcuno ma non ha una tomba su cui piangere; ha cercato le tracce di tanti soldati spazzati dal conflitto, anche se finora non ne ha mai trovato uno in vita: che la triste signora non si faccia illusioni di sorta. Sono passati oltre dieci anni da quando lui stesso ha dovuto lasciare il combattimento attivo per colpa di quella mutilazione e da allora non ha mai smesso di occuparsi delle tragedie che la guerra ha lasciato dietro di sé, cercando un modo per fare ammenda, per perdonare a sé stesso di essere ancora tra i vivi. Per questo accetterà l’incarico, si metterà in cerca di Émile su campi di battaglia ormai freddi, fra ex soldati e testimoni che cercano solo di dimenticare; avvierà un’indagine disperata che si tramuterà in annosa ossessione e porterà alla luce mille storie di dolore e sangue ma anche di amore e speranza. Tra queste, una spicca per intensità e poesia, la storia della Figlia della Luna, quella donna bellissima che attraversava, notte dopo notte, la terra di nessuno tra i due schieramenti in cerca dell’amato perduto, indenne dal fuoco perché invisibile al nemico, come una creatura soprannaturale. E quando sulla Francia, sull’Europa intera, cominciano a soffiare nuovi venti di guerra con il loro carico di orrore e caos, è a quella storia dolce che il protagonista si aggrappa, unica luce in un mondo che affonda nelle tenebre.

Recensione: Questa è una storia di guerra; è anche una storia d’amore ma soprattutto di guerra.
Se dovessi limitarmi al commento della trama, vi farei pensare subito ad una storia romantica, vissuta durante il periodo della Prima Guerra Mondiale e della ricerca quasi struggente di un uomo e della sua amata, persi tra le pagine della storia.
Eppure niente di più lontano dalla verità. Alla fine di questo libro, ho provato un forte senso di smarrimento e una sofferenza in fondo all’animo perché le sue pagine sono intrise di storie vere, dolorose, cruente e tragicamente tristi di soldati dispersi, ritornati in patria e mai guariti, di famiglie distrutte e di sogni infranti.
“Il soldato perduto” mi ha conquistato con la sua scrittura quasi poetica che a volte sembra stonare con il complesso della storia che sta narrando eppure allo stesso tempo, invece, si fonde alla perfezione con le vicende. In un racconto quasi romantico, l’autore fa un’analisi profondamente sociologica del periodo storico e del conflitto mondiale che ha portato alla morte di ben 17 milioni di persone circa e di oltre 20 milioni di mutilati e feriti.
Chi è riuscito a tornare a casa, non è mai più stato lo stesso; a volte pur essendo incolumi dal punto di vista fisico, i soldati rientrati in patria avevano profonde ferite insanabili nell’anima e nella mente. Le atrocità a cui avevano assistito, accompagnavano i loro sonni e la loro vita, rendendo impossibile il riappropriarsi di una normale quotidianità.
Inoltre questo libro è riuscito a mettere in evidenza anche tutti gli altri aspetti del conflitto come il ruolo svolto delle donne durante la guerra, la gigante macchina dei soccorsi e le terapie utilizzate per “guarire” i soldati con disturbi da stress post-traumatico.
Ovviamente poi c’è anche una storia romantica; come lettrice, ho sperato fino alla fine nell’epilogo positivo e ho accompagnato il nostro protagonista nella ricerca di questo amore travagliato e ostacolato. Eppure il lieto fine non c’è per nessuno, perché anche quando si è fortunati e si riesce a rientrare a casa, le ferite interne sono talmente profonde da renderti una persona completamente diversa da quella che eri, al pari di chi è morto su quel campo di battaglia.

4+

5 Risposte a “Recensione di “Il soldato perduto””

  1. Parlavo di recente con un’amica che ha avuto il nonno che è andato in guerra e mi ha colpito come ogni problema nella vita che ha avuto successivamente fosse sempre collegato a quello, soprattutto per quanto riguarda la salute. È proprio vero, nessuno è più stato lo stesso. Segno questo libro, perché penso che potrebbe fare al caso mio

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