Recensione di “Bambi”

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Autore: Felix Salten, Benjamin Lacombe (Illustratore)

Casa editrice: Rizzoli

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Narrativa per bambini

Trama: “Bambi” ripercorre i primi anni di vita di un capriolo e le prove che dovrà affrontare. Racconto iniziatico e inno alla natura, evoca vividamente la magia, la bellezza e i pericoli della vita selvaggia. Pubblicato nel 1923 in Germania, il capolavoro di Felix Salten ebbe un grandissimo successo, ma venne proibito poco tempo dopo dalle autorità naziste che vi lessero una “metafora politica del trattamento subito dagli ebrei in Europa”. L’adattamento in cartone animato da parte di Walt Disney del 1942 contribuì a oscurare l’opera originale e il suo spessore letterario e simbolico. Benjamin Lacombe riporta alla luce questo testo; alternando carboncino e pittura, illustrazioni e delicati intagli, ci accompagna nella vita del bosco brulicante di esperienze e sensazioni contrastanti.

Recensione: La lettura di Bambi è stata intensa, bellissima e commuovente. Questo libro racchiude in sé un percorso di formazione, fatto di insidie, di scoperte e di insegnamenti. Iniziamo con un Bambi piccolo, appena nato che viene al mondo e si dimostra subito essere un capriolo curioso, intenzionato a scoprire cosa succede intorno a lui. Bambi domanda, pone dubbi e si chiede spesso cosa significhino molte delle cose che vede. La madre quando può insegna, altre volte non riesce a dare le dovute spiegazioni e trasmette solo quello che a sua volta aveva imparato. Così come avviene per le persone, gli adulti non sempre sanno dare le giuste risposte ai più piccoli e si limitano a trasferire la conoscenza senza però arricchirla di significato. Un elemento che impara subito Bambi è la Paura. Il sentimento più intenso che i caprioli vivono durante tutta la loro intera esistenza e che oltre ad essere istintivo, è quello che li salva dai pericoli del bosco. Bambi all’inizio vuole capire cosa sia la paura ma quando non ottiene risposta la assimila e la manifesta qualora ci sia bisogno, senza che questa abbia realmente un senso per lui. Bambi cresce, conosce altri animali del bosco e altri caprioli. Impara a rapportarsi ai grandi, a coloro che hanno vissuto gran parte della loro vita e che sembrano essere figure irraggiungibili e spesso incomprensibili. È nella piena adolescenza e oltre ad essere in preda dell’emotività e degli ormoni, Bambi scopre in lui una sorta di conflitto interiore: da una parte vorrebbe imitare i grandi, assomigliare a loro e ottenere la loro approvazione; dall’altra invece sente che questi non lo capiscono e vorrebbe allontanarsene. Bambi durante la sua vita affronta diverse perdite e spesso ha a che fare con la morte. Ecco quindi che insieme alla paura, subentra un altro argomento spesso considerato Tabù quando si parla ai più piccoli. Questo libro cerca di insegnare a dare un senso alla morte (come fine di un ciclo di vita) e aiuta ad interiorizzare la perdita di qualcuno che avevamo vicino. Sicuramente alcune di queste sono state estremamente dolorose per Bambi; con l’aiuto degli altri il piccolo capriolo riesce a superarle e a continuare a vivere, anche col ricordo di chi non c’è più. Accanto al tema della morte ritroviamo quello dell’imprevedibilità del momento e dell’ineluttabilità che, nella vita di Bambi, sono due costanti grevi. Il capriolo interpreta il mondo e da un nome a ciò che vede e ciò che sente sulla base dell’esperienza e delle conoscenze pregresse, trasmesse dalla mamma e dai caprioli più anziani. A mio parere molto significativo il messaggio che l’uomo, ovvero l’essere più temuto da Bambi, ha spesso una doppia faccia. Ha saputo conquistare la fiducia di molti, si è circondato di esseri che fanno qualsiasi cosa in suo nome e si ritiene superiore ad ogni essere. Inoltre tende una mano verso il più debole, tradendolo poi subito dopo e riservando a quest’ultimo il più triste dei destini. Chi venera e obbedisce incondizionatamente all’uomo, non cerca spiegazioni in merito e non prova a ragionare sulla correttezza delle sue azioni: agisce e basta in nome di una fede cieca. In questo passaggio possiamo infatti ritrovare i cosiddetti riferimenti al periodo Nazista e al trattamento subito dagli Ebrei. Pur non essendo scritto con questo intento, il libro sembra comunque avere molte analogie con i tragici eventi e sicuramente la critica al regime sembra essere molto aspra e decisa. Bambi si ritrova adulto, dopo un lungo percorso dove viene accompagnato da un anziano che cerca di insegnargli a cavarsela da solo e stare soprattutto bene con sé stesso, prima di dover dipendere da altri. Bambi a sua volta sentirà il bisogno di dover trasmettere quello che ha imparato ad un altro capriolo più giovane, in un ciclo che non avrà mai fine. Ora veniamo agli aspetti tecnici di questo fantastico libro. Prima di tutto parliamo dello stile di scrittura. Ho apprezzato davvero molto la capacità evocativa di questo libro. Salten attraverso la descrizione di luoghi, personaggi ed eventi crea un’atmosfera unica capace di farti sentire parte della natura. Inoltre questo richiamo continuo a suoni, rumori e versi via via sempre più intensi, aiutano il lettore ad immergersi completamente nel bosco e a viverne appieno ogni attimo. Smettete di essere nella vostra stanza e vi ritrovate lì, accanto a Bambi e agli altri, nel folto della selva. L’ho definita quasi una lettura onomatopeica capace di trasmettere attraverso la scrittura ogni singolo rumore del bosco. Incantevoli poi i disegni di Lacombe. Che dire, voi sapete già quanto io ami questo illustratore e quanto le sue tavole siano per me dei veri e propri capolavori. È riuscito a trasmettere ogni minima emozione attraverso i disegni e ha giocato tra il colore e il carboncino chiaro scuro, quasi a voler sottolineare il passaggio da momenti di quiete a momenti di angoscia e di terrore. Inoltre i suoi disegni sono sempre carichi di un’espressività malinconica che in questa storia mi sono sembrati perfetti. La cura con cui sono stati decorati i vari capitoli rende questo libro un capolavoro minuzioso in ogni sua parte. A cominciare dai divisori all’interno dei capitoli, arricchiti dalle rappresentazioni di vari animali del bosco, per poi continuare con dei separatori tra un capitolo e l’altro, simili a carta da parati decorata in stile vintage e richiamanti agli elementi della selva. Che dire! Questo libro mi ha colpito in ogni sua parte; nel suo insieme, ogni elemento contribuisce a renderlo perfetto e a farlo diventare non solo una storia da raccontare ma anche un oggetto da collezionare.

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