Recensione de “Il Viaggio di Halla”

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Autore: Naomi Mitchison

Casa editrice: Fazi Editore

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Fantasy

Trama: Un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien. Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di comprensione e tolleranza.

Recensione: L’autrice di questo racconto tornato alla luce in Italia grazie al lavoro stupendo della Fazi Editore, è stata una poetessa, scrittrice e saggista britannica, amica di Tolkien. Nata in una famiglia di scienziati e politici, l’autrice si è sempre battuta per i diritti civili, anche attraverso la sua penna. Credo che qualcosa di questa sua battaglia la si possa ritrovare anche nel libro di cui oggi vi parlerò. Il viaggio di Halla può essere considerato un Fantasy ma allo stesso tempo un racconto fiabesco che con la sua capacità immaginativa, stimola la fantasia di piccini ma anche di adulti. Il tema centrale di tutta la storia è quello del viaggio: nel racconto è quello intrapreso da Halla attraverso diverse realtà e posti inimmaginabili; nell’interpretazione comune rappresenta un percorso di crescita attraverso un mondo fatto di imprevedibilità e di cambiamento, un viaggio attraverso le emozioni e le sensazione della protagonista e dei personaggi che incontrerà lungo il suo cammino. La capacità eccezionale della scrittrice di rendere vivide le immagini, non solo aiuta nella realizzazione di vere e proprie immagini visive ma permette al lettore di immergersi completamente nella lettura e di immedesimarsi con molte delle emozioni provate da Halla. Come dicevo all’inizio può esser considerata come una vera e propria fiaba perché ritroviamo in essa tutti i topoi tipici di cui abbiamo già parlato per altre storie: la felicità iniziale interrotta bruscamente da un evento destabilizzante, il percorso della nostra protagonista e le difficoltà che dovrà affrontare per trovare una risoluzione, aiutanti ed elementi magici che faciliteranno la riuscita della storia. Incontreremo orsi, dragi, cavalieri e guerrieri; Halla sarà capace di prendere qualcosa da ognuno di loro e farne tesoro arricchendo la propria personalità, attraverso un vero e proprio percorso di formazione e diventando ogni volta una persona diversa da quella precedente. Halla lungo il suo viaggio impara a conoscersi, a capire ciò che vuole essere e ciò che invece può abbandonare, a volte venendo a conoscenza di tristi e crude realtà capaci di infrangere le sue più radicate credenze. Credo che anche ne “Il Viggio di Halla” possiamo per cui ritrovare questa capacità della scrittrice di parlare della diversità in ogni sua forma e come arricchimento personale: mondi diversi, specie diverse e momenti storici diversi, renderanno Halla più ricca interiormente e l’aiuteranno nel prendere consapevolezza di sé stessa. Interessanti e non di poco conto i riferimenti ai miti norreni e allo stesso tempo al culto cristiano. Quasi a voler nuovamente sottolineare una lotta interiore tra due realtà e due credenze che da una parte hanno convissuto per diverso tempo ma alla fine si sono trovate a scontrarsi e a influenzarsi reciprocamente, sottolineando ancora una volta l’importanza di trovare un punto di unione. Il finale di questa storia lascia un po’ l’amaro in bocca ma credo sia la fine giusta di questa avventura e sia un altro modo per dire che ognuno di noi è sempre alla ricerca del suo posto nel mondo.

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7 Risposte a “Recensione de “Il Viaggio di Halla””

  1. Questo è uno dei libri che ho preferito nell’ultimo mese. Mi è piaciuto tanto e sino d’accordo con te su tutto anche sul finale.

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  2. Anche io ho letto questo romanzo e mi è molto piaciuto. Ho apprezzato il fatto che la Fazi abbia riportato alla luce questo libro che la storia aveva lasciando indietro (personalmente, senza motivo). L’ho trovata una lettura rigenerante.

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