Recensione de “Il baco da seta”

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Autore: Robert Galbraith
Casa: editrice: Salani
Anno di pubblicazione: 2015
Genere: Gialli e Thriller


TRAMA: Londra. L’eccentrico scrittore Owen Quine non si fa vedere da giorni. Non è la prima volta che scompare improvvisamente, ma non è mai stato via così tanto tempo e la moglie ha bisogno di ritrovarlo. Decide così di assumere l’investigatore privato Cormoran Strike per riportare a casa il marito. Ma appena Strike comincia a indagare, appare chiaro che dietro la scomparsa di Quine c’è molto di più di quanto sua moglie sospetti. Lo scrittore se n’è andato portando con sé il manoscritto del suo ultimo romanzo, pieno di ritratti al vetriolo di quasi tutte le persone che conosce, soprattutto di quelle che ruotano attorno al suo mestiere. Se venisse pubblicato, il libro di Quine rovinerebbe molte vite: perciò sono in tanti a voler mettere a tacere lo scrittore… Ricco di colpi di scena, uno spaccato degli intrighi del mondo editoriale londinese, “Il baco da seta” è il secondo romanzo della serie che ha per protagonisti Cormoran Strike e la sua assistente, la giovane e determinata Robin Ellacott. 


RECENSIONE: Questo volume è il secondo di una nuova serie scritta da J. K. Rowling sotto lo pseudonimo di R. Galbraith. Il primo romanzo, “Il richiamo del cuculo”, lo lessi un po’ di tempo fa e, nonostante lo trovassi un bel thriller, non mi entusiasmò particolarmente in quanto la trama mi è risultata essere un po’ troppo piatta e i personaggi ancora molto acerbi. Questo secondo thriller invece è stato una piacevole scoperta. In generale abbiamo a che fare con le indagini dell’investigatore privato Cormoran Strike che, in ogni libro, si ritrova a svelare il mistero dietro un omicidio. Partiamo proprio da Strike. Il protagonista è ben caratterizzato, ha una personalità molto introversa e ruvida, dovuta al suo trascorso, ma a tratti anche molto empatica, capace di gesti altruisti e di un senso del dovere che lo portano spesso a scontrarsi con persone di dubbia moralità. Accanto alla figura del detective ermeutico, ritroviamo invece un’assistente che abbiamo conosciuto ne “Il richiamo del cuculo” e che qui sembra confermarsi come sua partner nelle indagini. Robin è una ragazza sveglia, intelligente, con un arguto ingegno che si dimostra essere una valida aiutante nella risoluzione dei casi. Il rapporto tra i due, in questo volume, si intensifica e questo permette di far emergere altri aspetti della loro vita di cui ancora non eravamo a conoscenza. Insieme formano una squadra perfettamente in sintonia dove uno è sia il sostegno, sia il freno dell’altro. 
Parlare dello stile sarebbe riduttivo; non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con la grande Rowling che dimostra ancora una volta di esser capace di creare un’opera coinvolgente, ben elaborata e complessa, pur accostandosi ad un genere diverso dal solito. Lo stile è come sempre accurato, scorrevole e capace di coinvolgere il lettore nelle indagini fino al momento della verità, ovviamente non così prevedibile come potrebbe sembrare. 
Veniamo ai miei pareri; ho trovato il libro un validissimo thriller con la giusta carica di suspense e con quell’alone di mistero che ti accompagna fino alle ultime pagine dove tutto viene svelato. È una di quelle serie dove ti affezioni naturalmente ai protagonisti, imparando ad apprezzarne lati positivi e negativi un poco alla volta, assicurandoti la voglia di leggere una nuova avventura proprio per ritrovarli ancora tra le pagine.
Ci sono due categorie di thriller: quelli scritti bene e quelli scritti male. Questo appartiene sicuramente alla prima categoria e vale la pena leggerlo anche per poter apprezzare l’autrice sotto tutta un’altra ottica. 
Mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del genere, che non disprezzano anche scene raccapricciarti, e che sono alla ricerca di una serie a cui affezionarsi, dove ritrovare ogni volta un buon vecchio amico da rincontrare ogni tanto.

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